Nel cuore pulsante dell'interazione tra arte e tecnologia, Re:Humanism si posiziona come un progetto pionieristico, esplorando l'impatto dell'intelligenza artificiale (IA) nel mondo dell'arte contemporanea. Fondato nel 2018, questo premio biennale non si limita a celebrare il potenziale creativo delle nuove tecnologie, ma si impegna anche in una riflessione profonda su questioni etiche, sociali e culturali che esse sollevano.
Abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Daniela Cotimbo, storica dell'arte e curatrice, che ci ha accompagnato attraverso la genesi, l'evoluzione e il futuro di Re:Humanism. Di seguito riportiamo l'intervista integrale, in cui Daniela condivide la visione, i momenti salienti delle passate edizioni e le sfide che attendono il prossimo capitolo di questa iniziativa unica.
Re:humanism è nato nel 2018 dall’incontro tra me - che sono una storica dell’arte e curatrice - e Alfredo Adamo, oggi CEO di Frontiere, con l’intento di offrire spunti di riflessione sul tema dell’avanzamento tecnoscientifico, con particolare riferimento all’intelligenza artificiale. La prima edizione del premio è stata un successo, con grande partecipazione di artistз e pubblico, e con riflessioni di rilievo. Questo ci ha spinti ad andare avanti, traducendo il premio in un appuntamento biennale e dando vita ad un’associazione culturale. Oggi Re:humanism cerca di portare avanti i suoi temi anche nell’intermezzo tra un’edizione e l’altra del premio, mediante attività come mostre, spettacoli, dibattiti, workshop e la produzione di pubblicazioni.
Faccio sempre fatica a estrapolare dei progetti da un complesso in cui ogni opera è stata scelta e ha valorizzato gli scopi dell’iniziativa quindi risponderò a questa domanda citando giusto dei progetti che si sono contraddistinti perché sono stati il seme per creare nuovi sguardi e collaborazioni.
Nella prima edizione, mi viene in mente Adversarial feelings di Lorem, un progetto che già nel 2018-2019 sperimentava con le reti neurali generative al fine di testare la compresenza di stati emozionali anche lontani tra loro sotto forma di flussi audiovisivi. Era il primo progetto di Lorem, oggi artista affermato di fama internazionale, con le AI e - a partire da quello scambio - sono nate ulteriori collaborazioni che porteranno ad esempio alla realizzazione di una pubblicazione comune con la sua casa editrice Krisis Publishing.
La seconda edizione è stata molto particolare, nata nell’immediato periodo post-pandemico e dunque molto legata ai temi del nostro rapporto con la natura e le altre specie viventi. Molti sono stati i progetti interessanti su questo tema ma sempre per lo stesso principio di prima cito Epitaphs for the Human Artist di Numero Cromatico. Un progetto realizzato da un centro di ricerca multidisciplinare nell’ambito della neuroestetica con cui molte volte ci siamo trovati a condividere momenti di ricerca critica e teorica sul rapporto tra AI e percezione estetica. Il loro progetto consisteva in una installazione e in una pubblicazione che raccoglieva le poesie generate tramite una rete neurale addestrata alla generazione di epitaffi, vere e proprie forme poetiche. Il risultato veniva presentato in associazione con uno studio sui colori primari, associando il potere evocativo di quelle forme poetiche “aliene” con quello dei colori con i quali le parole erano evidenziate.
Infine per la terza edizione citerei Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3 . I Broke up with my Ai and will never download them again, un progetto di Mara Oscar Cassiani, che rifletteva in modo eloquente sulle relazioni tossiche che si generano sul web grazie all’intermediazione di piattaforme social, chatbot affettivi e alla possibilità di creare avatar personalizzati con i quali intraprendere una relazione. Mara ha presentato questo progetto in maniera molto originale, con un’installazione partecipativa in cui ci si poteva sedere su un prato finto e abbracciare i cuscini che ritraevano gli avatar sessualizzatз e poi dismessз o dimenticatз una volta che l’utente ne aveva perso interesse. Dietro il gioco e la provocazione si celava una ricerca molto seria che l’ha portata a sviluppare una piattaforma open source dove condivide risorse utili per difendersi dagli abusi su web e piattaforme.
Questi sono solo tre dei tantissimi progetti che nel corso del premio e non solo hanno arricchito la nostra esperienza. Alcuni sono visibili all’interno della collezione che Frontiere ospita nella sua sede a Roma.
Rispetto agli anni passati, questa edizione di Re:humanism sarà un po’ più specifica nell’andare ad indagare alcune delle problematiche che ruotano intorno ai nuovi modelli di intelligenza artificiale, i cosiddetti LLM. Lз artistз saranno invitatз ad interrogarsi sul loro potenziale creativo, su come è possibile un utilizzo dell’AI in chiave femminista e decoloniale e che sappia guardare al tema della sostenibilità.
Una bella sfida che secondo noi viene di pari passo con la diffusione di nuovi mezzi che permettono a tuttз di testare potenzialità e pericoli di questa tecnologia. Il processo di selezione sarà sempre il medesimo: una giuria mista composta da esperti di arte contemporanea, media art e tecnologie avanzate che attribuiranno dei punteggi di valutazione che riguardano la qualità della proposta, la solidità del progetto e dell’artista, l’originalità e la sensibilità del tema.
Ci saranno anche delle novità sui premi che non possiamo ancora annunciare. Possiamo però già dire che la mostra sarà ospitata dalla Fondazione Pastificio Cerere e si terrà nel mese di giugno 2025.
Le sfide le vedo un po’ per tuttз, l’arte semmai la vedo come una possibilità per affrontarle! Sono molto dura sul discorso che appassiona tantз, ossia l’interferenza tra artista autorз e intelligenza artificiale creatrice.
Sicuramente l’AI sta cambiando i modi di pensare e produrre opere d’arte e questo - come sempre quando una tecnologia nuova salta fuori - è un bene e un male. In questo caso possiamo parlare di benefici, in quanto l’AI estende le potenzialità espressive anche a chi magari non è propriamente a suo agio con un mezzo visivo e digitale.
D’altro canto spesso ci si dimentica che dietro la magia del prompt si cela un processo di apprendimento e poi di generazione che funziona secondo dinamiche autonome, sicuramente ricorsive e che spesso presentano bias, errori e altre forme disfunzionali. Non accontentarsi dei risultati, e saperli osservare criticamente è sicuramente alla base di un corretto utilizzo dell’AI in campo artistico, e questo è l’invito che facciamo a tuttз lз artistз.
Altra cosa importante, proprio la riflessione sull’AI mi ha insegnato che il futuro che più mi interessa non è quello che posso prevedere ma quello che posso costruire.
Siamo in un epoca abbastanza oscura, in cui la disinformazione e le echo chambers stanno portando ad una polarizzazione e radicalizzazione delle opinioni sempre più evidente.
Tutto questo fonda le sue radici su un passato ingombrante di discriminazioni, che per anni hanno investito le tecnologie. Il progresso tecnoscientifico non è neutrale, è fatto di persone che progettano e che spesso lo fanno da un punto di vista asimmetrico in termini di prospettive e obiettivi.
Nonostante alcune questioni relative all’AI non siano nuove, ancora oggi essa ci presenta problemi di discriminazione nei confronti di donne, persone non conformi, di etnie e provenienze sociali differenti - che diventano ancora più pericolose nella misura in cui non siamo in grado di ricostruirne più i pregressi.
Le nuove interfacce avanzate dei LLM ci permettono - con il linguaggio naturale - di ottenere contenuti di diversa forma, sempre più sofisticati e tra l’altro sempre più realistici.
Il problema sarà quando questi strumenti verranno integrati a pieno titolo nei motori di ricerca, andando ad escludere totalmente risultati non ricorrenti ma in grado di garantire la diversità culturale.
Sappiamo inoltre che tutte le big tech che si erano ripromesse di rispettare gli obiettivi della sostenibilità in relazione al dispendio energetico, di risorse e alle emissioni di CO2, non stanno riuscendo a perseguire tale scopo proprio a causa dell’intelligenza artificiale.
Urge quindi chiederci come progettare tecnologie che non mettano a repentaglio ulteriormente la salute e il benessere del nostro pianeta e che anzi offrano soluzioni utili a contrastare gli effetti dei danni già arrecati.
Come può aiutarci l’arte? Lз artistз non hanno mai smesso di interrogarsi su questi temi, anche se oggi si chiede loro una maggiore attenzione al contesto che lз circonda. Le tecnologie avanzate rappresentano vere e proprie forme di linguaggio alla base della nostra esperienza, e così anche i grandi temi come il tempo, lo spazio, l’intimità, le relazioni, la memoria, sono mutati in funzione di queste scoperte. Lз artistз possono amplificare questo sguardo perché hanno la capacità di andare al cuore delle questioni e rovesciare le prospettive, e spesso sono anche dellз ottimз inventorз.
Re:Humanism non è solo un premio, ma una piattaforma per interrogarsi sulle potenzialità e i limiti dell'intelligenza artificiale, attraverso la lente critica dell'arte contemporanea. Le sfide affrontate dallз artistз non riguardano solo la sperimentazione creativa, ma anche la necessità di costruire un futuro tecnologico più inclusivo, sostenibile e consapevole.
Per scoprire di più su Re:Humanism e sull'edizione 2025, seguite il nostro blog e i canali ufficiali del progetto. Restate connessi per esplorare come l'arte e la tecnologia possano unire le forze per ridefinire la nostra percezione del mondo.
Negli ultimi anni, la promozione della Diversity, Equity and Inclusion (DE&I) è diventata un imperativo in ambito lavorativo. L'attenzione alle persone e la valorizzazione delle diversità sono diventate centrali per molte aziende, inclusa la nostra. In questo contesto, abbiamo sviluppato un innovativo programma di formazione sulla D&I utilizzando l'ambiente virtuale. Scopriamo insieme la nostra proposta, focalizzandoci sui metodi di formazione virtuale e sul valore della diversità nell'ambito aziendale. Ma prima rispolveriamo le basi: cosa intendiamo per Diversità, Equità e Inclusione.
Diversità, Equità ed Inclusione sono concetti chiave che riguardano l'accettazione e la valorizzazione delle differenze tra le persone in un ambiente, sia esso il luogo di lavoro, la comunità o la società nel suo complesso.
La diversità si riferisce a tutte le differenze che caratterizzano le persone, come la razza, l'etnia, il genere, l'orientamento sessuale, l'età, la religione, l'abilità fisica, la classe sociale, l'educazione e molto altro. Queste differenze possono essere visibili o invisibili e rendono ogni individuo unico. La diversità rappresenta una ricchezza, poiché offre una varietà di prospettive, esperienze e conoscenze.
Equità: con il termine "Equity" si fa riferimento a un trattamento equo per tutte le persone, in modo che le norme, le pratiche e le politiche in vigore garantiscano che l'identità non sia predittiva delle opportunità o dei risultati sul posto di lavoro. L'equità differisce dall'uguaglianza in modo sottile ma importante. Mentre l'uguaglianza presuppone che tutte le persone debbano essere trattate allo stesso modo, l'equità prende in considerazione le circostanze uniche di una persona, adattando il trattamento di conseguenza in modo che il risultato finale sia uguale.
L'inclusione è il processo che mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalle loro differenze, siano pienamente coinvolte, rispettate e valorizzate in un determinato ambiente. L'inclusione promuove un senso di appartenenza e accoglienza, in modo che nessuno si senta emarginato o discriminato. L'obiettivo è creare un ambiente in cui tutti possano contribuire appieno e trarre vantaggio dalla loro partecipazione.
La formazione su diversità, equità e inclusione (DE&I) per un'azienda è progettata proprio per sensibilizzare i dipendenti alle questioni legate alla diversità, all'equità e all'inclusione, con l’obiettivo di promuovere un ambiente di lavoro che accoglie e valorizza le differenze tra i dipendenti, creando un'organizzazione più equa, rispettosa e produttiva. L'inclusione in azienda cerca di combattere la discriminazione, i bias, l'esclusione sociale, le disparità di opportunità e altre sfide che possono sorgere a causa delle differenze tra i dipendenti.
Ora che abbiamo fatto chiarezza sui tre concetti chiave, vediamo insieme come portarli in azienda grazie al nostro programma di formazione.
La Diversity, Equity and Inclusion (DE&I) ha l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro accogliente e rispettoso. La formazione tradizionale sulla DE&I coinvolge istruttori, presentazioni e discussioni di gruppo. Tuttavia, le sfide sorgono con la necessità di coinvolgere un pubblico diversificato su scala globale.
La formazione virtuale emerge come una soluzione ideale, eliminando le barriere geografiche e consentendo ai dipendenti di partecipare indipendentemente dalla loro posizione. La flessibilità oraria si adatta agli orari di lavoro variabili, garantendo un'ampia partecipazione e una maggiore adesione alle sessioni di formazione.
Introduciamo l'embodiment virtuale, una pratica che utilizza avatar in ambienti virtuali. Questo approccio offre un'esperienza immersiva, migliorando l'empatia e riducendo i bias impliciti. Gli utenti possono letteralmente "vestire i panni" di persone diverse, vivendo esperienze che sfidano pregiudizi e stereotipi. Tale approccio non solo coinvolge attivamente i partecipanti ma li trasporta in un contesto realistico, facilitando la comprensione delle diverse prospettive.
Misuriamo sempre l’impatto per valutare l'efficacia del nostro programma, utilizzando l’Implicit Association Test (IAT) per esaminare le associazioni implicite dei partecipanti. Questo strumento rivela reazioni automatiche e inconsce, fondamentali per comprendere pregiudizi e stereotipi. Inoltre, il Toronto Empathy Questionnaire (TEQ) misura l'empatia, fornendo dati sulle abilità empatiche dei partecipanti. Attraverso questi strumenti, possiamo quantificare e valutare il cambiamento nelle percezioni e nelle competenze dei partecipanti.
Portiamo la formazione virtuale a un livello superiore con l'uso del metaverso. Qui, i partecipanti interagiscono in un ambiente virtuale, affrontando situazioni legate alla D&I. Questo approccio offre un'esperienza più immersiva e coinvolgente, anche se richiede investimenti tecnologici. Tuttavia, tale investimento si traduce in un apprendimento più profondo e duraturo, poiché i partecipanti si trovano immersi in scenari che richiedono la comprensione e l'applicazione pratica delle competenze legate alla diversità e inclusione.
La formazione virtuale sulla Diversity, Equity & Inclusion è un passo innovativo verso la creazione di ambienti di lavoro inclusivi. L'utilizzo dell'embodiment virtuale, test psicologici e l'esplorazione del metaverso contribuiscono a un apprendimento efficace e coinvolgente. Investire nella DE&I non solo è moralmente giusto ma si traduce anche in un vantaggio aziendale tangibile. I dati raccolti attraverso strumenti come l'IAT e il TEQ evidenziano il progresso compiuto e forniscono indicazioni per migliorare ulteriormente il nostro approccio.
Questo case study dimostra come la formazione virtuale possa essere un motore potente per promuovere la DE&I in azienda. Adattabile alle esigenze specifiche, offre un approccio innovativo e coinvolgente che porta benefici a lungo termine. La nostra esperienza dimostra che investire nella diversità e inclusione non solo migliora la cultura aziendale ma contribuisce anche a un ambiente di lavoro più produttivo e collaborativo.
STEM è un acronimo che sta per Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Queste discipline sono al centro dell'innovazione tecnologica e scientifica e rappresentano settori cruciali per il progresso economico e sociale. Tuttavia, nonostante la loro importanza, le donne sono significativamente sottorappresentate in questi campi.
La disparità di genere nell'ambito dell'educazione STEM è un fenomeno complesso e multifattoriale. Secondo un report dell'UNESCO del 2022, meno del 30% dei ricercatori in tutto il mondo sono donne, e ci sono paesi dove le ragazze rappresentano solo il 3% degli studenti iscritti a programmi di ingegneria e tecnologia informatica. Questi numeri sono un riflesso di come i pregiudizi e gli stereotipi culturali influenzino la scelta di carriera nelle giovani donne. Inoltre, la mancanza di modelli femminili nel settore STEM può creare un circolo vizioso, dove le ragazze hanno meno esempi di successo da emulare, portando a una minore rappresentanza femminile in questi campi.
I pregiudizi e gli stereotipi sulle donne nelle discipline STEM rappresentano una delle maggiori barriere alla loro partecipazione. Ancora oggi insegnanti e genitori spesso sottostimano le capacità delle ragazze nelle materie scientifiche e matematiche, influenzando negativamente la loro autopercezione e aspirazioni. Questi stereotipi possono portare a un ambiente educativo in cui le ragazze non si sentono supportate o incoraggiate a perseguire interessi in queste aree, limitando il loro potenziale e la diversità nel campo STEM.
Nel mondo del lavoro, le donne nelle carriere STEM affrontano ulteriori sfide. Le donne in campi tecnologici e scientifici – anche se questa disparità sembra riguardare anche gli altri settori lavorativi - sono pagate in meno rispetto ai loro colleghi maschi per lo stesso lavoro. Inoltre, le donne sono meno rappresentate in posizioni di leadership e decisionali: questo divario è attribuito non solo alla discriminazione di genere, ma anche a fattori come la mancanza di flessibilità lavorativa, che può essere particolarmente problematica per le donne che bilanciano carriera e responsabilità familiari.
Superare queste discriminazioni è fondamentale non solo per promuovere l'uguaglianza di genere, ma anche per massimizzare l'innovazione e la creatività nel campo STEM. Le diverse prospettive e competenze che le donne possono portare in questi settori sono essenziali per lo sviluppo di soluzioni inclusive e innovative a sfide complesse. Inoltre, promuovere la partecipazione femminile in STEM può avere un impatto significativo sull'economia globale. Aumentare la partecipazione femminile in queste aree potrebbe aggiungere milioni di nuovi lavoratori qualificati all'economia mondiale e dare un notevole impulso a un settore che non sta beneficiando appieno del notevole apporto che potrebbe essere fornito dalle donne a causa di pregiudizi e discriminazioni che ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Per ridurre il divario di genere in ambito STEM, si possono adottare strategie più approfondite:
Educazione e sensibilizzazione precoce: Implementare nei programmi scolastici iniziative che incoraggino attivamente le ragazze a partecipare a materie STEM, come laboratori, club scientifici, e progetti pratici. È fondamentale anche la formazione degli insegnanti per riconoscere e contrastare gli stereotipi di genere, creando un ambiente di apprendimento positivo e incoraggiante per le studentesse.
Miglioramento del clima accademico e lavorativo: Affrontare attivamente la discriminazione di genere e gli stereotipi nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni accademiche. Ciò può includere la formazione sulle disparità di genere, la promozione di politiche contro le molestie e l'integrazione di pratiche di assunzione e valutazione più equitative.
Mentorship e networking: Sviluppare programmi di mentorship dove le donne che hanno già raggiunto successi in campi STEM possono offrire guida, supporto e consigli professionali. Questi programmi possono essere supportati da incontri, conferenze e reti sociali professionali dedicati alle donne in STEM.
Politiche di parità di retribuzione e promozione: Implementare audit regolari sui salari per assicurare parità di retribuzione e opportunità di carriera. Le istituzioni e le aziende dovrebbero stabilire criteri trasparenti e oggettivi per promozioni e aumenti di stipendio, per garantire che le donne siano valutate equamente.
Flessibilità e supporto per la conciliazione lavoro-famiglia: Offrire opzioni di lavoro flessibili, come orari flessibili, lavoro da remoto, e congedi parentali estesi. Queste politiche possono aiutare a ridurre il tasso di abbandono delle donne dal campo STEM, permettendo loro di bilanciare meglio le responsabilità professionali e familiari.
Il superamento del divario di genere nelle discipline STEM è un obiettivo fondamentale, non solo per la parità di genere, ma anche per il progresso della scienza e della tecnologia. Le storie di donne che hanno raggiunto il successo in questi campi dimostrano che è possibile superare le barriere.
E’ utile per tutti. Basti pensare a Gwynne Shotwell, Presidente e COO di SpaceX. La sua guida ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo e nel successo dell'azienda, specialmente nel campo dei voli spaziali e del trasporto commerciale nello spazio. Shotwell ha una formazione in ingegneria meccanica e termica ed è considerata una delle figure più influenti nell'industria aerospaziale moderna. Il suo lavoro ha contribuito a definire nuove frontiere nell'esplorazione e nel trasporto spaziale commerciale, rendendola una delle donne più rilevanti in STEM oggi.
Ma nonostante questi esempi, sempre più numerosi, è essenziale un impegno collettivo per creare ambienti educativi e lavorativi più inclusivi. Impegno che deve riguardare tutti, ma soprattutto gli uomini, che ricoprono oggi quelle posizioni di potere acquisite per merito ma anche, come abbiamo visto in questo articolo, in virtù di un ingiusto pregiudizio che colpisce le donne. Attraverso l'educazione, la sensibilizzazione, le politiche eque e il supporto alle donne in STEM, possiamo non solo colmare il divario di genere, ma anche arricchire il mondo scientifico e tecnologico con diverse prospettive e innovazioni.
Foto Credits: MIT Technology Review - Sawaka Kawashima Romaine
La digitalizzazione sta rivoluzionando il modo in cui operiamo nei luoghi di lavoro, non solo aumentando l'efficienza e la produttività, ma anche aprendo nuove strade per l'inclusività. Con l'avvento delle tecnologie digitali, si è verificata una trasformazione significativa che va oltre la mera automazione dei processi: ora siamo in grado di creare ambienti di lavoro più inclusivi e accessibili. Le tecnologie digitali, come l'intelligenza artificiale, il cloud computing e i vari software di comunicazione, stanno abbattendo le barriere fisiche, culturali e sociali, permettendo alle persone di provenienze diverse di lavorare insieme in modo più armonico e produttivo.
In un precedente articolo abbiamo presentato e approfondito il concetto di inclusività, sottolineando come non riguardi solo la sfera etica e morale, ma anche quella legata al posizionamento aziendale, alla brand reputation e alla produttività dei dipendenti. Abbiamo anche visto che l'Intelligenza Artificiale può fornire un valido supporto nella fase di reclutamento.
In questo articolo invece , scopriremo come la digitalizzazione stia facilitando l'inclusione lavorativa, offrendo opportunità senza precedenti per diversi gruppi, comprese persone con disabilità, lavoratori remoti e team multiculturali. Affronteremo i vantaggi, le sfide e le strategie necessarie per sfruttare appieno il potenziale della digitalizzazione nell'ambito dell'inclusività lavorativa.
La digitalizzazione ha rivoluzionato l'accesso al lavoro per le persone con disabilità. Tecnologie come il riconoscimento vocale, i software di lettura dello schermo e le interfacce utente personalizzabili sono diventate strumenti indispensabili che permettono di lavorare efficacemente. Ad esempio, i software di lettura dello schermo aiutano i non vedenti ad accedere alle informazioni digitali, mentre i sistemi di riconoscimento vocale permettono a chi ha limitazioni motorie di interagire con i computer senza l'uso delle mani. Inoltre, le applicazioni di traduzione automatica e i sottotitoli in tempo reale nei video possono aiutare le persone con difficoltà uditive a partecipare a riunioni online e conferenze. Queste tecnologie non solo aumentano l'indipendenza e la partecipazione, ma contribuiscono anche a creare una cultura lavorativa più inclusiva e accogliente. Tuttavia, è cruciale per le aziende non solo implementare queste tecnologie, ma anche assicurarsi che siano facilmente accessibili e che il personale riceva la formazione adeguata per utilizzarle efficacemente.
La digitalizzazione ha introdotto un livello senza precedenti di flessibilità nel lavoro. Con strumenti come il cloud computing e le piattaforme di collaborazione online, il lavoro da remoto è diventato una realtà per molti. Questa flessibilità è particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno esigenze specifiche, come genitori con figli piccoli o persone che vivono in aree remote e poco servite dai mezzi di trasporto. Ad esempio, i genitori che lavorano possono bilanciare meglio le responsabilità lavorative e familiari, mentre i lavoratori in aree remote possono accedere a opportunità di lavoro che altrimenti sarebbero fuori portata. Tuttavia, questa transizione richiede anche un cambiamento culturale nelle organizzazioni. Le aziende devono adottare politiche che sostengano la flessibilità, come orari di lavoro flessibili e la possibilità di lavorare in modo asincrono. Inoltre, devono assicurarsi che tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro posizione, abbiano accesso alle stesse risorse e opportunità di sviluppo. Ciò richiede una pianificazione attenta e un impegno costante per assicurare che il lavoro remoto non diventi un fattore di isolamento o disconnessione dal resto del team.
L'avvento della digitalizzazione ha profondamente modificato il modo in cui avviene la comunicazione e la collaborazione all'interno dei team di lavoro. Strumenti come le piattaforme di collaborazione online, i sistemi di videoconferenza e la messaggistica istantanea hanno non solo superato le barriere geografiche, ma hanno anche creato opportunità per una collaborazione più inclusiva e diversificata. In un ambiente digitale, i team possono essere composti da membri provenienti da tutto il mondo, con background e competenze variabili, aumentando la diversità di pensiero e di prospettive. Ciò è particolarmente vantaggioso in termini di innovazione, poiché diverse prospettive portano a idee più creative e soluzioni più efficaci. Tuttavia, la sfida sta nel garantire che tutti i membri del team, indipendentemente dalla loro posizione o fuso orario, si sentano coinvolti e apprezzati. Questo richiede una comunicazione chiara, regolari sessioni di aggiornamento e l'utilizzo di tecnologie che favoriscano un'interazione equa. Ad esempio, è fondamentale assicurare che tutti i membri del team abbiano l'opportunità di esprimersi durante le riunioni online e che i documenti di lavoro siano accessibili e modificabili in modo collaborativo. In questo modo, la digitalizzazione può aiutare a costruire un ambiente di lavoro veramente globale e inclusivo.
La digitalizzazione ha anche trasformato la formazione e lo sviluppo professionale, rendendoli più accessibili e personalizzabili. Con la proliferazione di piattaforme di e-learning e risorse online, i dipendenti hanno ora accesso a una vasta gamma di corsi e materiali formativi che possono essere adattati ai loro stili di apprendimento e orari. Questo è particolarmente utile per coloro che possono avere bisogni specifici, come le persone con disabilità o coloro che lavorano a tempo pieno e cercano di bilanciare l'istruzione con altre responsabilità. Inoltre, la formazione digitale può essere personalizzata per affrontare specifiche competenze e lacune, consentendo ai dipendenti di concentrarsi su aree che sono più rilevanti per il loro sviluppo professionale. Tuttavia, è importante che le aziende non si affidino esclusivamente all'e-learning, ma utilizzino anche altri metodi formativi per garantire che tutti i dipendenti, indipendentemente dalla loro familiarità con la tecnologia, abbiano accesso alla formazione. Inoltre, le interazioni di persona e la formazione pratica rimangono componenti cruciali dello sviluppo professionale, specialmente in settori dove le competenze pratiche sono fondamentali. Pertanto, una strategia di formazione equilibrata che combini elementi digitali e tradizionali può offrire i migliori risultati in termini di apprendimento e sviluppo.
In conclusione, la digitalizzazione offre opportunità straordinarie per promuovere l'inclusività nel mondo del lavoro. Attraverso l'uso di tecnologie avanzate, le aziende possono creare ambienti di lavoro più accessibili, flessibili e inclusivi. L'implementazione di strumenti di collaborazione digitale, programmi di formazione online, sistemi di reclutamento basati sull'IA e piattaforme di social networking aziendale sono tutti passi essenziali verso la creazione di una cultura lavorativa più inclusiva. Tuttavia, è importante ricordare che la tecnologia da sola non è una soluzione completa. È necessario un impegno costante da parte delle aziende per garantire che le tecnologie siano utilizzate in modo etico e consapevole, e che le politiche e le pratiche di inclusione siano integrate in tutti gli aspetti dell'organizzazione. Con la giusta combinazione di tecnologia, cultura e politiche, le aziende possono non solo migliorare la loro efficienza e produttività, ma anche diventare luoghi di lavoro più equi, diversificati e inclusivi.
Nell'odierno panorama lavorativo, l'importanza dell'inclusività in azienda si afferma sempre più come un pilastro fondamentale per il benessere dei dipendenti, con immediati effetti anche sulla loro produttività. L'inclusività lavorativa non è soltanto un valore etico da perseguire, ma rappresenta anche una strategia vincente per le aziende che desiderano mantenersi competitive e innovative. Ma cosa si intende esattamente con "inclusività" in questo contesto?
In termini semplici, l'inclusività lavorativa si riferisce alla creazione di un ambiente lavorativo in cui ogni individuo, indipendentemente dal suo background, dalle sue capacità, identità di genere, orientamento sessuale, etnia o età, senta di poter contribuire in modo significativo e di essere valorizzato. Si tratta di andare oltre la mera tolleranza delle differenze, abbracciando attivamente la diversità come risorsa e come fonte di arricchimento.
La realizzazione di un ambiente di lavoro veramente inclusivo non è un processo semplice né immediato. Richiede impegno costante, una visione chiara e strategie ben definite. Ogni azienda, piccola o grande che sia, ha il potere e la responsabilità di contribuire a questo cambiamento positivo, promuovendo un'inclusione autentica nell'odierno mondo del lavoro.
Perché è così importante? Le ricerche dimostrano che le aziende inclusive non solo ottengono un maggiore coinvolgimento e soddisfazione da parte dei loro dipendenti, ma vedono anche un aumento della creatività, dell'innovazione e, di conseguenza, della performance economica. In un mondo globalizzato e interconnesso, l'accesso al mondo del lavoro in modo equo e inclusivo diventa un fattore chiave per il successo di ogni organizzazione.
Questo articolo si propone di esplorare come le aziende possano realizzare concretamente l'inclusione lavorativa, focalizzandosi su strategie vincenti per un ambiente di lavoro inclusivo. Esamineremo diverse iniziative e pratiche che possono essere adottate per costruire un ambiente di lavoro che valorizzi realmente la diversità e l'unicità di ogni individuo.
Le aziende che adottano un approccio inclusivo godono di numerosi benefici tangibili. Tra questi, spiccano l'aumento della produttività e della creatività. Un ambiente lavorativo che accoglie e valorizza la diversità stimola l'innovazione, poiché le diverse prospettive portano a soluzioni originali e a una maggiore risoluzione dei problemi. Inoltre, un clima aziendale inclusivo riduce significativamente il turnover dei dipendenti. Quando le persone si sentono accettate e valorizzate, la loro fedeltà all'azienda cresce, riducendo così i costi legati alla formazione di nuovo personale e mantenendo un'alta competenza all'interno dell'organizzazione.
L'inclusività non è solo una questione morale; è anche una leva strategica per la crescita aziendale. Attraverso numerosi case study, si è visto che le aziende con una forte cultura inclusiva si distinguono nel mercato, migliorando l'immagine e il brand aziendale. L'adozione di politiche inclusive si traduce in un aumento della fedeltà dei clienti, che sempre più spesso scelgono di supportare aziende che riflettono i loro valori di equità e inclusione.
Una strategia chiave per promuovere l'inclusività in azienda è la formazione e la sensibilizzazione. I programmi di formazione dovrebbero essere rivolti sia ai dipendenti che ai leader, mettendo in luce l'importanza di un ambiente di lavoro inclusivo e fornendo strumenti pratici per raggiungerlo. I workshop e le attività di team building inclusivi possono aiutare a costruire ponti tra i diversi gruppi di lavoratori, promuovendo la comprensione e il rispetto reciproci.
Per promuovere l'inclusività, è essenziale che le aziende adottino politiche di assunzione mirate e di non discriminazione. Questo include la creazione di iniziative specifiche per facilitare l'accesso al mondo del lavoro di persone con disabilità o appartenenti a minoranze. Assicurarsi che i processi di reclutamento siano liberi da pregiudizi impliciti e che offrano pari opportunità a tutti i candidati è fondamentale per costruire un ambiente di lavoro veramente inclusivo. Da questo punto di vista anche l'intelligenza artificiale può fornire un valido supporto e lo approfondiremo nel prossimo paragrafo.
L'AI può aiutare a ridurre i pregiudizi inconsci durante il reclutamento in vari modi:
1. Analisi oggettiva dei dati: L'AI può analizzare i dati dei candidati in modo oggettivo, valutando le qualifiche e le competenze senza essere influenzata da fattori come il nome, l'età, il genere o l'etnia.
2. Miglioramento della descrizione dei lavori: Gli algoritmi di AI possono essere utilizzati per scrivere o modificare le descrizioni dei lavori in modo che siano neutre dal punto di vista del genere e privi di linguaggio che potrebbe dissuadere certi gruppi di candidati.
3. Screening dei candidati: Utilizzando criteri predeterminati e algoritmi, l'AI può selezionare i candidati basandosi esclusivamente sulle loro competenze e esperienze, riducendo la possibilità di pregiudizi umani.
4. Interviste guidate da AI: L'AI può essere utilizzata per condurre interviste iniziali, valutando le risposte dei candidati in maniera imparziale.
5. Apprendimento e adattamento: Gli algoritmi di AI possono apprendere e adattarsi nel tempo per migliorare continuamente l'efficacia dei processi di reclutamento e ridurre ulteriormente i pregiudizi.
È importante notare che mentre l'AI può significativamente aiutare a ridurre i pregiudizi, non è una soluzione perfetta. Gli algoritmi possono avere i propri pregiudizi, spesso basati sui dati su cui vengono addestrati. Pertanto, è fondamentale monitorare e regolare regolarmente questi sistemi per garantire che siano equi e inclusivi.
Realizzare un ambiente di lavoro inclusivo richiede un impegno a tutti i livelli dell'organizzazione. Ciò significa promuovere una leadership inclusiva, dove i leader agiscono come modelli (role modeling) promuovendo attivamente valori di diversità e inclusione. È importante anche incoraggiare il feedback e il coinvolgimento dei dipendenti nel processo di inclusione, ascoltando le loro esperienze e idee per migliorare continuamente l'ambiente lavorativo.
Le aziende oggi si trovano di fronte a sfide uniche nella gestione della diversità, soprattutto in contesti multiculturali. La comprensione e l'accettazione delle diverse culture, lingue e background sono essenziali. Inoltre, l'evoluzione tecnologica offre nuove opportunità per promuovere l'inclusività, come l'uso di software per ridurre i pregiudizi nei processi di reclutamento e per facilitare la comunicazione in ambienti di lavoro diversificati.
Per valutare l'efficacia delle politiche di inclusività, è essenziale disporre di indicatori e metriche di successo. Questi possono includere il monitoraggio dei progressi nell'ambito della diversità dei dipendenti, l'analisi dell'engagement e del benessere dei lavoratori, e lo studio dell'impatto di queste politiche sul rendimento aziendale. La raccolta di feedback regolari e lo studio di casi specifici possono fornire dati preziosi per affinare continuamente le strategie di inclusione.
Infine, l'inclusività va vista come parte integrante della responsabilità sociale d'impresa (CSR). Le politiche inclusive non solo hanno un impatto positivo sui dipendenti e sull'azienda, ma contribuiscono anche al benessere della società nel suo insieme. Considerare l'impatto sociale e ambientale delle politiche inclusive rafforza il ruolo dell'azienda come attore responsabile e impegnato nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile.
In conclusione, realizzare l'inclusione lavorativa in azienda non è solo un obiettivo etico, ma una strategia vincente che apporta benefici tangibili. Ogni azienda può iniziare questo percorso mettendo in atto politiche inclusive, promuovendo la diversità e la formazione, e creando un ambiente di lavoro che rispecchi i valori dell'inclusività.
Oltre a quelli già approfonditi sopra, sottolineiamo altri due possibili approcci innovativi che possono portare notevoli benefici in termini di inclusività, come la creazione di reti di supporto interne per gruppi minoritari, incoraggiando la condivisione di esperienze e idee e l’implementazione di programmi di mentoring inverso, dove i giovani dipendenti guidano i leader più esperti sulle tematiche dell'inclusività e della diversità.
Queste azioni rappresentano solo l'inizio di un cammino verso un ambiente lavorativo veramente inclusivo, in cui ogni persona può sentirsi valorizzata e parte integrante del successo aziendale.
In un mondo dove il confine tra la sfera lavorativa e quella privata sembra sempre più labile, la prima copertina del New Yorker del 2024 si presenta come una metafora visiva potente di questa realtà. La cover, che ha dato il via nei giorni scorsi a un intenso confronto sui Social, si intitola Deadline ed è firmata da un'artista italiana, Bianca Bagnarelli. Ritrae una donna che lavora di notte, mentre fuori dalla finestra si possono ammirare i fuochi d'artificio di Capodanno. Momenti importanti che passano inesorabili, mentre siamo impegnati a lavorare e rispettare gli impegni presi.
Le parole dell'autrice riassumono alla perfezione il senso profondo di quest'opera: “Lavoro spesso durante le feste. All’inizio penso di stare sfruttando ritagli di tempo di momenti in cui il resto del mondo si ferma, ma poi mi rendo conto anche di perdermi il divertimento e quindi resta una sensazione dolce-amara”.
Le deadline in cui noi tutti siamo immersi e che inevitabilmente ci condizionano sono una gabbia invisibile mediata dalla tecnologia: lo smartphone, ad esempio, che vibrando ci segnala l'arrivo di un vocale Whatsapp a cui dovremo rispondere o di una nuova e-mail che non lascia presagire niente di buono.
Lo sguardo della protagonista, illuminata solo dalla luce dello schermo, è fisso verso l’esterno e sembra spingerci a riflettere sulla complessa relazione che tutti noi abbiamo con le scadenze e con gli impegni da portare avanti. La giovane donna è evidentemente brillante, assolutamente dignitosa, eppure sembra lacerata da un lato dal richiamo della “vita vera” e dalla paura di perdersi qualcosa, e dall'altro dalla necessità di rispettare le scadenze.
La vita moderna richiede spesso un impegno costante e intensivo sul lavoro, a scapito del tempo dedicato a noi stessi, ai nostri hobby e alle nostre passioni. La sfida sta nel trovare quell'equilibrio che ci permetta di essere produttivi e soddisfatti sul lavoro, pur concedendoci spazi di respiro e gioia nella nostra vita personale. Viviamo in un'epoca di costante connessione e di aspettative lavorative sempre più elevate. Questo può portare a una sensazione di essere costantemente indietro rispetto ai nostri impegni, sia lavorativi che personali. Tuttavia, è fondamentale ricordare l'importanza di bilanciare questi due aspetti della nostra vita per il nostro benessere complessivo.
Il concetto di Bilanciamento Vita-Lavoro si riferisce alla ricerca di una simbiosi armoniosa tra le responsabilità professionali e le attività personali, una sfida che molte persone affrontano quotidianamente. In un'epoca caratterizzata da ritmi frenetici e da una crescente fusione dei confini tra sfera lavorativa e vita privata, specialmente con l'avvento del remote working, questo bilanciamento diventa un aspetto cruciale per il benessere individuale.
Bilanciare vita e lavoro significa allocare tempo, energia e risorse in modo equo tra le diverse aree della vita. Non si tratta solo di una semplice divisione di ore tra ufficio e casa, ma di un approccio più olistico che consideri:
Tempo di qualità: dedicare tempo significativo alla famiglia, agli amici e alle attività che arricchiscono personalmente;
Riposo e ricreazione: assicurare periodi adeguati di riposo e di distacco dal lavoro per ricaricare le energie fisiche e mentali;
Sviluppo personale: investire tempo in hobby, apprendimento e crescita personale al di fuori dell'ambiente lavorativo.
Un mancato bilanciamento da questo punto di vista può avere effetti deleteri: dallo stress a un senso di perenne insoddisfazione, dal burnout al declino delle relazioni personali, fino ad altri problemi fisici e psicologici su cui sempre più si sta riflettendo in questi ultimi anni.
Nell'era digitale, le tecnologie avanzate e la connettività hanno rivoluzionato il modo in cui lavoriamo e viviamo, offrendo nuove opportunità per raggiungere un migliore equilibrio tra le responsabilità professionali e la vita personale.
La digitalizzazione ha introdotto una vasta gamma di strumenti di comunicazione e collaborazione che rendono il lavoro a distanza più efficiente e praticabile. Piattaforme come Zoom, Slack, e Microsoft Teams permettono ai team di rimanere connessi e collaborare in tempo reale, indipendentemente dalla loro posizione fisica. Questo aspetto è particolarmente importante per i lavoratori che hanno famiglie o impegni personali, poiché possono ridurre o eliminare il tempo di pendolarismo, guadagnando ore preziose da dedicare ad altre attività.
Le tecnologie mobili, come smartphone e tablet, insieme alla crescente disponibilità di connessioni Internet ad alta velocità, hanno reso il lavoro da qualsiasi luogo una realtà concreta. Questa flessibilità significa che i dipendenti possono gestire il lavoro in modo che si adatti meglio ai loro orari personali, facilitando l'equilibrio tra le scadenze lavorative e gli impegni personali, come la cura dei figli o la gestione degli appuntamenti.
Gli strumenti digitali offrono anche soluzioni per l'automazione di compiti ripetitivi e amministrativi, liberando tempo prezioso che può essere impiegato in attività più gratificanti sia sul lavoro che nella vita personale. Software di project management, strumenti di pianificazione automatica e sistemi di intelligenza artificiale aiutano a ottimizzare i processi lavorativi, riducendo il carico di lavoro e lo stress.
Le nuove tecnologie offrono anche strumenti dedicati al benessere personale. App per la meditazione, l'esercizio fisico, e il monitoraggio del sonno sono facilmente accessibili e possono aiutare i dipendenti a mantenere uno stile di vita sano e a gestire lo stress. Questi strumenti possono contribuire a creare una routine quotidiana equilibrata, integrando momenti di relax e attività fisica nella giornata lavorativa.
Le aziende giocano un ruolo cruciale nel facilitare questo bilanciamento. Possono adottare diverse iniziative, come:
Orari di lavoro flessibili: Gli orari di lavoro flessibili rappresentano una delle iniziative più efficaci che le aziende possono adottare per favorire un bilanciamento tra lavoro e vita privata. Questa politica permette ai dipendenti di adattare i loro orari lavorativi in base alle esigenze personali, promuovendo un ambiente lavorativo più umano e rispettoso delle diverse realtà individuali.
Politiche di lavoro da remoto: Il lavoro da remoto è un'altra strategia cruciale per supportare l'equilibrio vita-lavoro. Specialmente dopo la pandemia di COVID-19, molte aziende hanno scoperto i benefici del telelavoro.
Programmi di supporto al benessere: I programmi di supporto al benessere si concentrano sul miglioramento della salute mentale e fisica dei dipendenti, aspetto fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio vita-lavoro.
Degli effetti sulle persone abbiamo già parlato, ma di quali vantaggi godono le aziende i cui dipendenti riescono ad avere un corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata?
Il legame tra l'equilibrio vita-lavoro e l'aumento della produttività è stato oggetto di numerosi studi. Lavoratori che riescono a bilanciare efficacemente impegni professionali e personali tendono a essere più motivati e concentrati quando sono al lavoro. Questo perché un buon equilibrio consente loro di riposarsi adeguatamente, riducendo il rischio di esaurimento e permettendo di affrontare le sfide lavorative con maggiore energia. Inoltre, la sensazione di essere supportati dall'azienda in termini di flessibilità e benessere contribuisce a un aumento del senso di fedeltà e impegno nei confronti dell'organizzazione. Secondo alcuni report, le aziende che promuovono pratiche di bilanciamento vita-lavoro possono sperimentare un aumento della produttività fino al 21% (Corporate Executive Board).
L'assenteismo, spesso legato a problemi di salute fisica e mentale dovuti a stress e sovraccarico di lavoro, rappresenta un costo significativo per le aziende. Un buon equilibrio vita-lavoro può ridurre notevolmente questi problemi. I lavoratori che dispongono di tempo sufficiente per il recupero e la gestione dello stress tendono a essere meno inclini a malattie e burnout. Ciò si traduce in una riduzione delle assenze per motivi di salute. Secondo alcune ricerche, le politiche di bilanciamento vita-lavoro possono portare a una diminuzione dell'assenteismo fino al 27% (International Journal of Health & Productivity), rappresentando un vantaggio non solo per i dipendenti ma anche per l'efficienza operativa dell'azienda.
Un aspetto spesso sottovalutato ma di fondamentale importanza è l'impatto di queste politiche sul clima aziendale. Un ambiente di lavoro che rispetta e supporta l'equilibrio vita-lavoro dei dipendenti tende a essere caratterizzato da un maggiore senso di soddisfazione e appartenenza. I lavoratori si sentono valorizzati e compresi, il che stimola un maggiore impegno e fedeltà nei confronti dell'organizzazione. Questo clima positivo si riflette non solo nell'atmosfera quotidiana ma anche nei risultati a lungo termine, come la riduzione del turnover e l'attrazione di talenti di alto livello.
Il bilanciamento tra lavoro e vita privata è più che una semplice aspirazione: è una necessità per una vita sana e soddisfacente, in grado di portare effetti benefici agli individui e alle aziende. Ispirandoci alla copertina del New Yorker da cui siamo partiti, possiamo concludere che un migliore bilanciamento oggi è possibile, grazie alle nuove tecnologie e a una rinnovata sensibilità su questo tema sia da parte delle aziende che dei lavoratori, sempre più consapevoli del valore del loro tempo.