“Mi sono inoltrato nel sangue fino a tal punto che, se non dovessi spingermi oltre a guado, il tornare indietro mi sarebbe tanto pericoloso quanto l’andare avanti” (Macbeth, III, 4 di William Shakespeare)
Mi ha sempre affascinato il modo in cui Shakespeare riassume con queste poche parole la condizione di Macbeth nel suo personale percorso verso l’ignoto. Non importa come sia cominciato il suo cammino, quello che conta è la chiara percezione del cosiddetto “punto di non ritorno”. L’eleganza di questa frase recitata da Macbeth nel terzo atto dell’opera Shakespeariana cela una condizione che può palesarsi come conseguenza di ogni azione importante della nostra vita privata e professionale.
La condizione che descrive Shakespeare è anche nota come “Effetto Macbeth”, sintetizza una percezione delle cose che non lascia opportunità di scelta e si basa sulla obnubilata convinzione che, proseguendo il cammino, si troverà una visione chiara delle cose o una soluzione allo stato in cui ci si trova. Questo effetto si presenta in molti casi della vita privata e professionale, laddove le nostre scelte cominciano da frasi tipo: “Non costa nulla provare”, “Tanto rischio poco” oppure dalla più spavalda forma del “Se l’ha fatto lui posso farlo tranquillamente anche io”. Nella vita professionale, l’effetto Macbeth si presenta spesso accompagnato da una sorta di mistica industriale a base di aforismi d’effetto scritti sulle pareti degli uffici: il poster di Steve Jobs con la frase motivatrice sta a questo universo come la foto di Marilyn Monroe sta al salone della parrucchiera sotto casa.
L’effetto Macbeth deriva da un approccio alle cose che ci porta a sviluppare una propensione al rischio molto alta, tanto da trascurare ogni forma di controllo e misurazione dei risultati correnti e di quelli attesi. Per sua natura l’effetto Macbeth è legato ai percorsi di esplorazione dell’ignoto che si declinano agevolmente nei processi di innovazione, di ricerca e sviluppo, di invenzione. Chiunque, una volta intrapresa una strada della quale non si è adeguatamente analizzato il rischio e/o la durata, può trovarsi nella stessa posizione di Macbeth.
La storia industriale ha numerosi fallimenti legati alla convinzione che non si possa tornare indietro, che non ci siano vie di fuga salvo il proseguire. Un esempio molto interessante è rappresentato dal progetto del Concorde, l’aereo supersonico prodotto dal consorzio anglofrancese formato da British Aerospace e Aérospatiale. Il Concorde è stato uno dei più ambiziosi progetti di innovazione della storia dell’aeronautica che, iniziato alla fine degli anni cinquanta, vede il decollo del primo prototipo nel marzo 1969. Si deve attendere il 4 novembre 1970 per vedere il velivolo raggiungere per la prima volta Mach 2, diventando il secondo aereo commerciale a volare a tale velocità, dopo il sovietico Tupolev Tu-144. Queste informazioni storiche sono molto importanti perché fanno capire il contesto nel quale nacquero le decisioni che portarono al primo volo del 1976 e quelle che ne determinarono il rovinoso fallimento nell’ottobre del 2003. Tuttavia, per quanto tutti pensino che la causa della sua dismissione sia dovuta al disastroso evento del luglio del 2000, la verità è che il suo abbandono fu determinato dal deficit dovuto agli impressionanti consumi, gli insostenibili costi di manutenzione, un numero esiguo di passeggeri (a causa del prezzo del volo molto elevato) e scelte di marketing spesso discutibili. Si deve attendere il tragico incidente di Parigi per vedere la chiusura del progetto Concorde perché per anni il governo francese e britannico hanno colmato il disavanzo di bilancio malgrado le evidenze finanziarie a causa della perniciosa tendenza umana ad insistere in un progetto senza tenere conto dei vantaggi futuri, ma piuttosto valutando solo gli sforzi già compiuti e gli investiti già erogati.
L’analisi dei vantaggi futuri è descritta in economia dal concetto di “costo opportunità” con il quale si va a definire il valore futuro delle proprie scelte in ragione al costo che si deve sostenere rinunciando ad un’opportunità che ci viene concessa. In sostanza, è il sacrificio che dobbiamo compiere per effettuare una scelta. Tuttavia, nel processo di analisi degli investimenti da compiere intervengono valutazioni che tendono a dare maggiore peso ai cosiddetti “Costi Irrecuperabili”. Per meglio spiegare questa dinamica, immaginiamo di essere a capo di un progetto di ricerca e sviluppo il cui esito è tutto da verificare ed abbiamo 100.000 euro da investire nel progetto. Ora, immaginiamo queste due situazioni: nella prima ho già investito 500.000 euro e posso chiudere il progetto investendo questi 100.000 euro che ho a disposizione; nella seconda non ho ancora iniziato il progetto e posso investire i miei 100.000 euro per dare inizio a delle attività il cui esito è tutto da verificare. Come agiresti? Sono certo che sei incline ad investire solo nel primo scenario: quello in cui, a parità di incertezza, tieni conto di quello che hai già fatto. Ma se ci si pensa, qualunque risposta tu possa dare o ipotizzare non è corretta ma nemmeno sbagliata dal momento che ad essere sbagliata è la domanda che ho posto: “Come agiresti?”. Sapendo che il risultato finale è incerto, la scelta di investire o meno non cambia a prescindere dal fatto che siano stati o meno investiti soldi sul progetto. In ragione di ciò, la domanda che avrei dovuto porre è: “qual è il costo opportunità allo stato attuale del progetto?”. Solo la risposta a questa domanda avrebbe costituito la base logica sulla quale effettuare la nostra scelta.
L’errata valutazione dei costi irrecuperabili è dovuta ad una distorsione cognitiva nota come “Fallacia dei costi irrecuperabili” (in inglese “Sunk Cost Effect”) che, nel caso del Concorde, si è manifestata in conseguenza dei pesanti investimenti sostenuti dai governi francese e britannico che indussero ad ulteriori investimenti anche quando era ormai chiaro che il progetto Concorde non sarebbe stato certamente sostenibile dal punto di vista finanziario. Il bias che è dietro la fallacia dei costi irrecuperabili riguarda il comportamento paradossale per cui quando abbiamo dedicato tanto impegno, tempo e/o soldi in un progetto che sta andando male — tanto da trovarci di fronte ad una perdita irrecuperabile — invece di abbandonare il progetto e limitare le perdite, tendiamo a continuare ad investire anche se questo non farà altro che aumentare le nostre perdite. A questo punto della lettura starai forse pensando che quello di cui sto scrivendo accade solo in determinate condizioni. Starai pensando che non è possibile che capiti a te. Forse hai ragione, ma prima di proseguire permettimi di fare un secondo esempio del fenomeno di cui sto scrivendo. Immagina di essere in un ristorante a menù fisso: prima di iniziare a mangiare sai già quante e quali portate riceverai e quanto pagherai per tutto a prescindere che tu mangerai o meno tutte le portate. Sei alla tua ultima portata e ti resta da mangiare solo il dolce ma sei pieno quasi a scoppiare. Cosa fai? Ordini oppure rinunci al dolce che hai comunque pagato? Io penso che ordini e lasci nel piatto perché spinto dall’idea che hai comunque pagato per quella portata. Questo comportamento dimostra che nemmeno la scelta di quell'ultimo sorbetto al limone è esente dalla fallacia dei costi irrecuperabili. Persino in amore si presenta questo fenomeno tanto che spinge le persone a tenere in piedi relazioni infelici, che non soddisfano, che deludono solo perché lasciare il partner comporterebbe buttar via i migliori anni della propria vita. Anche in questo caso, di fatto, si sta sostenendo un costo (non recuperabile) del tempo dedicato durante il periodo trascorso insieme.
Per conferire una dimensione accademica a quanto fin qui scritto, si può fare riferimento agli studi condotti da Daniel Friedman (University of California-Santa Cruz — UCSC) nel 2007 e descritti nella pubblicazione “Searching for the sunk cost fallacy” con la quale descrive i meccanismi psicologici alla base di cattive decisioni rispetto ai costi irrecuperabili. Secondo Friedman le cattive decisioni sono riconducibili al meccanismo della “dissonanza cognitiva” che ci porta ad una continua auto-giustificazione. In sostanza, le persone che hanno investito le proprie risorse in un’attività non remunerativa “modificano” le proprie convinzioni sulla redditività dell’investimento, al fine di evitare la spiacevole consapevolezza di aver commesso un errore. Tuttavia, la dissonanza cognitiva si manifesta in ogni persona in modo differente. Gli individui ansiosi sono più sensibili alle pressioni insite nei percorsi a forte incertezza sui risultati attesi e, quindi, situazioni tipiche dei costi irrecuperabili. In questi contesti gli ansiosi sono inclini a proseguire l’investimento pur consapevoli dell’insuccesso quasi certo laddove, invece, i soggetti tendenzialmente depressivi hanno maggiori probabilità di smettere di investire perché l’effetto dei costi irrecuperabili è alimentato da aspettative future irrealisticamente positive.
I comportamenti che gli individui tengono in presenza dell’effetto Macbeth dimostrano chiaramente che la percezione distorta dei costi irrecuperabili produce onerose ricadute sia in termini di denaro sia in termini di tempo e lavoro. Tuttavia esiste una forma di incancrenita dell’effetto Macbeth che conferma, laddove ci fosse un dubbio, il fatto che i problemi viaggiano sempre in compagnia: parliamo di quello che è chiamato “Effetto Escalation”. Quando un progetto di qualsiasi tipo comincia ad andare male, il bias dei costi irrecuperabili spinge irrazionalmente alcuni soggetti a fare ancora più investimenti nel progetto. Ciò determina una perdita ulteriore ancor più difficile da ignorare e giustificare che, a sua volta, incoraggia un ulteriore esborso di denaro. Questa spirale crescente di investimenti è anche nota come “Effetto Vietnam” perché è chiaramente spiegata dalla condizione prodottasi nella guerra statunitense del Vietnam. Secondo l’analisi fatta dall’allora Segretario di Stato George Ball e riportata nel memorandum inviato al presidente Jhonson il 1 luglio 1965, dal momento in cui i soldati inizieranno a combattere e a morire, diventerà impossibile ritirarsi per la paura che questi soldati siano morti invano. Per tale ragione sarà necessario inviare altri uomini sul campo che moriranno a loro volta. A quel punto il ritiro diventerà impossibile senza il raggiungimento degli obiettivi dichiarati oppure l’umiliazione del paese. Anche l’effetto escalation non è lontano dalla nostra vita quotidiana. Nelle relazioni con il partner spesso si arriva a matrimoni che necessitano di un figlio per poter esistere.
Il mio cammino professionale mi ha consentito e talvolta imposto di assistere da punti di osservazione privilegiati alle conseguenze dell’Effetto Macbeth e del conseguente Effetto Escalation. Gli insegnamenti che ne ho tratto si riassumono in un cammino ad investimenti crescenti che chiamo “roadmap della follia”. Questo cammino è comune ai progetti che ho analizzato per la stesura di questo articolo e si dipana negli step di seguito riportati:
La fine di questa roadmap la lascio decidere a te che mi stai leggendo. Non è detto che la fine sia tragica ma, di certo, non sarà piacevole visto il percorso descritto. Tuttavia, la mia esperienza su due differenti prodotti legati a due aziende oggi fallite (un sistema operativo in cloud ed una piattaforma di procurement) mi ha indotto a prestare grande attenzione all’effetto Macbeth perché anche nella vita reale il sipario può calare.
Fonte articolo: Linkedin Article di Vincenzo Gioia
Nel contesto del business-to-business (B2B), l'innovazione tecnologica ha trasformato radicalmente il modo in cui le aziende gestiscono i flussi di lavoro documentali, specialmente in settori ad alta intensità di documentazione come quello energetico, finanziario, e sanitario. La gestione documentale automatizzata, abbinata all'intelligenza artificiale (AI), offre soluzioni rivoluzionarie ai problemi di lunga data relativi all'efficienza operativa, alla riduzione dei costi, e all'ottimizzazione delle risorse umane.
Le aziende moderne si trovano a fronteggiare l'esigenza di processare volumi sempre crescenti di documenti. Questi documenti, che variano notevolmente in termini di tipo e contenuto, richiedono lavorazioni che spesso si basano su procedure standardizzate e ripetitive. La classificazione efficace dei documenti rappresenta quindi una sfida primaria, data la necessità di identificare correttamente la “classe di documenti” a cui appartengono per poter procedere con le lavorazioni appropriate.
Prendiamo, per esempio, il back office di un'azienda di fornitura elettrica: il volume e la varietà di comunicazioni da gestire sono enormi, e includono contratti, fatture, segnalazioni di guasto, e molto altro. La classificazione precisa di questi documenti è fondamentale per garantire che vengano inoltrati correttamente e trattati in modo efficiente.
In questo scenario, i documenti arrivano attraverso vari canali, come email, PEC, fax, e sportelli fisici. La prima grande sfida è l'individuazione della classe documentale, che determina le successive fasi di lavorazione, compresi gli adempimenti specifici e le scadenze. Inoltre, a seconda della classe di documento, possono essere necessarie competenze specifiche per la loro elaborazione.
Il processo di gestione documentale inizia con la ricezione dei documenti, seguita dalla loro categorizzazione automatica attraverso l'uso di moduli di machine learning (ML) che assegnano una confidenza alla classificazione. Questo approccio permette una pre-elaborazione efficace delle risposte e un inoltro mirato ai dipartimenti corrispondenti. L'evasione delle pratiche viene quindi gestita in modo più fluido, con un monitoraggio costante per identificare aree di miglioramento.
La proposta di soluzione include l'uso di classificatori basati su ML per la categorizzazione dei documenti, generatori di risposte automatiche ottimizzati tramite AI generativa per la stesura preliminare delle risposte, e piattaforme di automazione per lo smistamento delle pratiche. Questi strumenti, integrati in un'architettura modulare e pluggabile, promettono un miglioramento significativo nell'efficienza della gestione documentale.
Le caratteristiche chiave di questa soluzione tecnologica includono l'architettura modulare per una facile integrazione con sistemi esistenti, il paradigma no-code per un accesso democratizzato alla tecnologia, e la capacità di operare in cloud per una maggiore scalabilità. L'estensione tramite Robotic Process Automation (RPA) simula ulteriormente interventi umani, riducendo il carico di lavoro sui dipendenti e permettendo loro di concentrarsi su compiti a maggior valore aggiunto.
L'adozione di soluzioni automatizzate e basate sull'intelligenza artificiale nella gestione documentale offre alle aziende B2B l'opportunità di superare le sfide legate alla classificazione e al trattamento dei documenti. Attraverso l'implementazione di tecnologie avanzate, le aziende possono aspettarsi miglioramenti significativi in termini di efficienza, riduzione dei costi, e soddisfazione del cliente. In questo nuovo panorama tecnologico, l'innovazione continua sarà la chiave per mantenere un vantaggio competitivo, rendendo fondamentale per le aziende rimanere aggiornate sulle ultime tendenze e soluzioni in materia di gestione documentale e intelligenza artificiale.
La digitalizzazione sta rivoluzionando il modo in cui operiamo nei luoghi di lavoro, non solo aumentando l'efficienza e la produttività, ma anche aprendo nuove strade per l'inclusività. Con l'avvento delle tecnologie digitali, si è verificata una trasformazione significativa che va oltre la mera automazione dei processi: ora siamo in grado di creare ambienti di lavoro più inclusivi e accessibili. Le tecnologie digitali, come l'intelligenza artificiale, il cloud computing e i vari software di comunicazione, stanno abbattendo le barriere fisiche, culturali e sociali, permettendo alle persone di provenienze diverse di lavorare insieme in modo più armonico e produttivo.
In un precedente articolo abbiamo presentato e approfondito il concetto di inclusività, sottolineando come non riguardi solo la sfera etica e morale, ma anche quella legata al posizionamento aziendale, alla brand reputation e alla produttività dei dipendenti. Abbiamo anche visto che l'Intelligenza Artificiale può fornire un valido supporto nella fase di reclutamento.
In questo articolo invece , scopriremo come la digitalizzazione stia facilitando l'inclusione lavorativa, offrendo opportunità senza precedenti per diversi gruppi, comprese persone con disabilità, lavoratori remoti e team multiculturali. Affronteremo i vantaggi, le sfide e le strategie necessarie per sfruttare appieno il potenziale della digitalizzazione nell'ambito dell'inclusività lavorativa.
La digitalizzazione ha rivoluzionato l'accesso al lavoro per le persone con disabilità. Tecnologie come il riconoscimento vocale, i software di lettura dello schermo e le interfacce utente personalizzabili sono diventate strumenti indispensabili che permettono di lavorare efficacemente. Ad esempio, i software di lettura dello schermo aiutano i non vedenti ad accedere alle informazioni digitali, mentre i sistemi di riconoscimento vocale permettono a chi ha limitazioni motorie di interagire con i computer senza l'uso delle mani. Inoltre, le applicazioni di traduzione automatica e i sottotitoli in tempo reale nei video possono aiutare le persone con difficoltà uditive a partecipare a riunioni online e conferenze. Queste tecnologie non solo aumentano l'indipendenza e la partecipazione, ma contribuiscono anche a creare una cultura lavorativa più inclusiva e accogliente. Tuttavia, è cruciale per le aziende non solo implementare queste tecnologie, ma anche assicurarsi che siano facilmente accessibili e che il personale riceva la formazione adeguata per utilizzarle efficacemente.
La digitalizzazione ha introdotto un livello senza precedenti di flessibilità nel lavoro. Con strumenti come il cloud computing e le piattaforme di collaborazione online, il lavoro da remoto è diventato una realtà per molti. Questa flessibilità è particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno esigenze specifiche, come genitori con figli piccoli o persone che vivono in aree remote e poco servite dai mezzi di trasporto. Ad esempio, i genitori che lavorano possono bilanciare meglio le responsabilità lavorative e familiari, mentre i lavoratori in aree remote possono accedere a opportunità di lavoro che altrimenti sarebbero fuori portata. Tuttavia, questa transizione richiede anche un cambiamento culturale nelle organizzazioni. Le aziende devono adottare politiche che sostengano la flessibilità, come orari di lavoro flessibili e la possibilità di lavorare in modo asincrono. Inoltre, devono assicurarsi che tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro posizione, abbiano accesso alle stesse risorse e opportunità di sviluppo. Ciò richiede una pianificazione attenta e un impegno costante per assicurare che il lavoro remoto non diventi un fattore di isolamento o disconnessione dal resto del team.
L'avvento della digitalizzazione ha profondamente modificato il modo in cui avviene la comunicazione e la collaborazione all'interno dei team di lavoro. Strumenti come le piattaforme di collaborazione online, i sistemi di videoconferenza e la messaggistica istantanea hanno non solo superato le barriere geografiche, ma hanno anche creato opportunità per una collaborazione più inclusiva e diversificata. In un ambiente digitale, i team possono essere composti da membri provenienti da tutto il mondo, con background e competenze variabili, aumentando la diversità di pensiero e di prospettive. Ciò è particolarmente vantaggioso in termini di innovazione, poiché diverse prospettive portano a idee più creative e soluzioni più efficaci. Tuttavia, la sfida sta nel garantire che tutti i membri del team, indipendentemente dalla loro posizione o fuso orario, si sentano coinvolti e apprezzati. Questo richiede una comunicazione chiara, regolari sessioni di aggiornamento e l'utilizzo di tecnologie che favoriscano un'interazione equa. Ad esempio, è fondamentale assicurare che tutti i membri del team abbiano l'opportunità di esprimersi durante le riunioni online e che i documenti di lavoro siano accessibili e modificabili in modo collaborativo. In questo modo, la digitalizzazione può aiutare a costruire un ambiente di lavoro veramente globale e inclusivo.
La digitalizzazione ha anche trasformato la formazione e lo sviluppo professionale, rendendoli più accessibili e personalizzabili. Con la proliferazione di piattaforme di e-learning e risorse online, i dipendenti hanno ora accesso a una vasta gamma di corsi e materiali formativi che possono essere adattati ai loro stili di apprendimento e orari. Questo è particolarmente utile per coloro che possono avere bisogni specifici, come le persone con disabilità o coloro che lavorano a tempo pieno e cercano di bilanciare l'istruzione con altre responsabilità. Inoltre, la formazione digitale può essere personalizzata per affrontare specifiche competenze e lacune, consentendo ai dipendenti di concentrarsi su aree che sono più rilevanti per il loro sviluppo professionale. Tuttavia, è importante che le aziende non si affidino esclusivamente all'e-learning, ma utilizzino anche altri metodi formativi per garantire che tutti i dipendenti, indipendentemente dalla loro familiarità con la tecnologia, abbiano accesso alla formazione. Inoltre, le interazioni di persona e la formazione pratica rimangono componenti cruciali dello sviluppo professionale, specialmente in settori dove le competenze pratiche sono fondamentali. Pertanto, una strategia di formazione equilibrata che combini elementi digitali e tradizionali può offrire i migliori risultati in termini di apprendimento e sviluppo.
In conclusione, la digitalizzazione offre opportunità straordinarie per promuovere l'inclusività nel mondo del lavoro. Attraverso l'uso di tecnologie avanzate, le aziende possono creare ambienti di lavoro più accessibili, flessibili e inclusivi. L'implementazione di strumenti di collaborazione digitale, programmi di formazione online, sistemi di reclutamento basati sull'IA e piattaforme di social networking aziendale sono tutti passi essenziali verso la creazione di una cultura lavorativa più inclusiva. Tuttavia, è importante ricordare che la tecnologia da sola non è una soluzione completa. È necessario un impegno costante da parte delle aziende per garantire che le tecnologie siano utilizzate in modo etico e consapevole, e che le politiche e le pratiche di inclusione siano integrate in tutti gli aspetti dell'organizzazione. Con la giusta combinazione di tecnologia, cultura e politiche, le aziende possono non solo migliorare la loro efficienza e produttività, ma anche diventare luoghi di lavoro più equi, diversificati e inclusivi.
Nell'odierno panorama lavorativo, l'importanza dell'inclusività in azienda si afferma sempre più come un pilastro fondamentale per il benessere dei dipendenti, con immediati effetti anche sulla loro produttività. L'inclusività lavorativa non è soltanto un valore etico da perseguire, ma rappresenta anche una strategia vincente per le aziende che desiderano mantenersi competitive e innovative. Ma cosa si intende esattamente con "inclusività" in questo contesto?
In termini semplici, l'inclusività lavorativa si riferisce alla creazione di un ambiente lavorativo in cui ogni individuo, indipendentemente dal suo background, dalle sue capacità, identità di genere, orientamento sessuale, etnia o età, senta di poter contribuire in modo significativo e di essere valorizzato. Si tratta di andare oltre la mera tolleranza delle differenze, abbracciando attivamente la diversità come risorsa e come fonte di arricchimento.
La realizzazione di un ambiente di lavoro veramente inclusivo non è un processo semplice né immediato. Richiede impegno costante, una visione chiara e strategie ben definite. Ogni azienda, piccola o grande che sia, ha il potere e la responsabilità di contribuire a questo cambiamento positivo, promuovendo un'inclusione autentica nell'odierno mondo del lavoro.
Perché è così importante? Le ricerche dimostrano che le aziende inclusive non solo ottengono un maggiore coinvolgimento e soddisfazione da parte dei loro dipendenti, ma vedono anche un aumento della creatività, dell'innovazione e, di conseguenza, della performance economica. In un mondo globalizzato e interconnesso, l'accesso al mondo del lavoro in modo equo e inclusivo diventa un fattore chiave per il successo di ogni organizzazione.
Questo articolo si propone di esplorare come le aziende possano realizzare concretamente l'inclusione lavorativa, focalizzandosi su strategie vincenti per un ambiente di lavoro inclusivo. Esamineremo diverse iniziative e pratiche che possono essere adottate per costruire un ambiente di lavoro che valorizzi realmente la diversità e l'unicità di ogni individuo.
Le aziende che adottano un approccio inclusivo godono di numerosi benefici tangibili. Tra questi, spiccano l'aumento della produttività e della creatività. Un ambiente lavorativo che accoglie e valorizza la diversità stimola l'innovazione, poiché le diverse prospettive portano a soluzioni originali e a una maggiore risoluzione dei problemi. Inoltre, un clima aziendale inclusivo riduce significativamente il turnover dei dipendenti. Quando le persone si sentono accettate e valorizzate, la loro fedeltà all'azienda cresce, riducendo così i costi legati alla formazione di nuovo personale e mantenendo un'alta competenza all'interno dell'organizzazione.
L'inclusività non è solo una questione morale; è anche una leva strategica per la crescita aziendale. Attraverso numerosi case study, si è visto che le aziende con una forte cultura inclusiva si distinguono nel mercato, migliorando l'immagine e il brand aziendale. L'adozione di politiche inclusive si traduce in un aumento della fedeltà dei clienti, che sempre più spesso scelgono di supportare aziende che riflettono i loro valori di equità e inclusione.
Una strategia chiave per promuovere l'inclusività in azienda è la formazione e la sensibilizzazione. I programmi di formazione dovrebbero essere rivolti sia ai dipendenti che ai leader, mettendo in luce l'importanza di un ambiente di lavoro inclusivo e fornendo strumenti pratici per raggiungerlo. I workshop e le attività di team building inclusivi possono aiutare a costruire ponti tra i diversi gruppi di lavoratori, promuovendo la comprensione e il rispetto reciproci.
Per promuovere l'inclusività, è essenziale che le aziende adottino politiche di assunzione mirate e di non discriminazione. Questo include la creazione di iniziative specifiche per facilitare l'accesso al mondo del lavoro di persone con disabilità o appartenenti a minoranze. Assicurarsi che i processi di reclutamento siano liberi da pregiudizi impliciti e che offrano pari opportunità a tutti i candidati è fondamentale per costruire un ambiente di lavoro veramente inclusivo. Da questo punto di vista anche l'intelligenza artificiale può fornire un valido supporto e lo approfondiremo nel prossimo paragrafo.
L'AI può aiutare a ridurre i pregiudizi inconsci durante il reclutamento in vari modi:
1. Analisi oggettiva dei dati: L'AI può analizzare i dati dei candidati in modo oggettivo, valutando le qualifiche e le competenze senza essere influenzata da fattori come il nome, l'età, il genere o l'etnia.
2. Miglioramento della descrizione dei lavori: Gli algoritmi di AI possono essere utilizzati per scrivere o modificare le descrizioni dei lavori in modo che siano neutre dal punto di vista del genere e privi di linguaggio che potrebbe dissuadere certi gruppi di candidati.
3. Screening dei candidati: Utilizzando criteri predeterminati e algoritmi, l'AI può selezionare i candidati basandosi esclusivamente sulle loro competenze e esperienze, riducendo la possibilità di pregiudizi umani.
4. Interviste guidate da AI: L'AI può essere utilizzata per condurre interviste iniziali, valutando le risposte dei candidati in maniera imparziale.
5. Apprendimento e adattamento: Gli algoritmi di AI possono apprendere e adattarsi nel tempo per migliorare continuamente l'efficacia dei processi di reclutamento e ridurre ulteriormente i pregiudizi.
È importante notare che mentre l'AI può significativamente aiutare a ridurre i pregiudizi, non è una soluzione perfetta. Gli algoritmi possono avere i propri pregiudizi, spesso basati sui dati su cui vengono addestrati. Pertanto, è fondamentale monitorare e regolare regolarmente questi sistemi per garantire che siano equi e inclusivi.
Realizzare un ambiente di lavoro inclusivo richiede un impegno a tutti i livelli dell'organizzazione. Ciò significa promuovere una leadership inclusiva, dove i leader agiscono come modelli (role modeling) promuovendo attivamente valori di diversità e inclusione. È importante anche incoraggiare il feedback e il coinvolgimento dei dipendenti nel processo di inclusione, ascoltando le loro esperienze e idee per migliorare continuamente l'ambiente lavorativo.
Le aziende oggi si trovano di fronte a sfide uniche nella gestione della diversità, soprattutto in contesti multiculturali. La comprensione e l'accettazione delle diverse culture, lingue e background sono essenziali. Inoltre, l'evoluzione tecnologica offre nuove opportunità per promuovere l'inclusività, come l'uso di software per ridurre i pregiudizi nei processi di reclutamento e per facilitare la comunicazione in ambienti di lavoro diversificati.
Per valutare l'efficacia delle politiche di inclusività, è essenziale disporre di indicatori e metriche di successo. Questi possono includere il monitoraggio dei progressi nell'ambito della diversità dei dipendenti, l'analisi dell'engagement e del benessere dei lavoratori, e lo studio dell'impatto di queste politiche sul rendimento aziendale. La raccolta di feedback regolari e lo studio di casi specifici possono fornire dati preziosi per affinare continuamente le strategie di inclusione.
Infine, l'inclusività va vista come parte integrante della responsabilità sociale d'impresa (CSR). Le politiche inclusive non solo hanno un impatto positivo sui dipendenti e sull'azienda, ma contribuiscono anche al benessere della società nel suo insieme. Considerare l'impatto sociale e ambientale delle politiche inclusive rafforza il ruolo dell'azienda come attore responsabile e impegnato nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile.
In conclusione, realizzare l'inclusione lavorativa in azienda non è solo un obiettivo etico, ma una strategia vincente che apporta benefici tangibili. Ogni azienda può iniziare questo percorso mettendo in atto politiche inclusive, promuovendo la diversità e la formazione, e creando un ambiente di lavoro che rispecchi i valori dell'inclusività.
Oltre a quelli già approfonditi sopra, sottolineiamo altri due possibili approcci innovativi che possono portare notevoli benefici in termini di inclusività, come la creazione di reti di supporto interne per gruppi minoritari, incoraggiando la condivisione di esperienze e idee e l’implementazione di programmi di mentoring inverso, dove i giovani dipendenti guidano i leader più esperti sulle tematiche dell'inclusività e della diversità.
Queste azioni rappresentano solo l'inizio di un cammino verso un ambiente lavorativo veramente inclusivo, in cui ogni persona può sentirsi valorizzata e parte integrante del successo aziendale.
In un mondo dove il confine tra la sfera lavorativa e quella privata sembra sempre più labile, la prima copertina del New Yorker del 2024 si presenta come una metafora visiva potente di questa realtà. La cover, che ha dato il via nei giorni scorsi a un intenso confronto sui Social, si intitola Deadline ed è firmata da un'artista italiana, Bianca Bagnarelli. Ritrae una donna che lavora di notte, mentre fuori dalla finestra si possono ammirare i fuochi d'artificio di Capodanno. Momenti importanti che passano inesorabili, mentre siamo impegnati a lavorare e rispettare gli impegni presi.
Le parole dell'autrice riassumono alla perfezione il senso profondo di quest'opera: “Lavoro spesso durante le feste. All’inizio penso di stare sfruttando ritagli di tempo di momenti in cui il resto del mondo si ferma, ma poi mi rendo conto anche di perdermi il divertimento e quindi resta una sensazione dolce-amara”.
Le deadline in cui noi tutti siamo immersi e che inevitabilmente ci condizionano sono una gabbia invisibile mediata dalla tecnologia: lo smartphone, ad esempio, che vibrando ci segnala l'arrivo di un vocale Whatsapp a cui dovremo rispondere o di una nuova e-mail che non lascia presagire niente di buono.
Lo sguardo della protagonista, illuminata solo dalla luce dello schermo, è fisso verso l’esterno e sembra spingerci a riflettere sulla complessa relazione che tutti noi abbiamo con le scadenze e con gli impegni da portare avanti. La giovane donna è evidentemente brillante, assolutamente dignitosa, eppure sembra lacerata da un lato dal richiamo della “vita vera” e dalla paura di perdersi qualcosa, e dall'altro dalla necessità di rispettare le scadenze.
La vita moderna richiede spesso un impegno costante e intensivo sul lavoro, a scapito del tempo dedicato a noi stessi, ai nostri hobby e alle nostre passioni. La sfida sta nel trovare quell'equilibrio che ci permetta di essere produttivi e soddisfatti sul lavoro, pur concedendoci spazi di respiro e gioia nella nostra vita personale. Viviamo in un'epoca di costante connessione e di aspettative lavorative sempre più elevate. Questo può portare a una sensazione di essere costantemente indietro rispetto ai nostri impegni, sia lavorativi che personali. Tuttavia, è fondamentale ricordare l'importanza di bilanciare questi due aspetti della nostra vita per il nostro benessere complessivo.
Il concetto di Bilanciamento Vita-Lavoro si riferisce alla ricerca di una simbiosi armoniosa tra le responsabilità professionali e le attività personali, una sfida che molte persone affrontano quotidianamente. In un'epoca caratterizzata da ritmi frenetici e da una crescente fusione dei confini tra sfera lavorativa e vita privata, specialmente con l'avvento del remote working, questo bilanciamento diventa un aspetto cruciale per il benessere individuale.
Bilanciare vita e lavoro significa allocare tempo, energia e risorse in modo equo tra le diverse aree della vita. Non si tratta solo di una semplice divisione di ore tra ufficio e casa, ma di un approccio più olistico che consideri:
Tempo di qualità: dedicare tempo significativo alla famiglia, agli amici e alle attività che arricchiscono personalmente;
Riposo e ricreazione: assicurare periodi adeguati di riposo e di distacco dal lavoro per ricaricare le energie fisiche e mentali;
Sviluppo personale: investire tempo in hobby, apprendimento e crescita personale al di fuori dell'ambiente lavorativo.
Un mancato bilanciamento da questo punto di vista può avere effetti deleteri: dallo stress a un senso di perenne insoddisfazione, dal burnout al declino delle relazioni personali, fino ad altri problemi fisici e psicologici su cui sempre più si sta riflettendo in questi ultimi anni.
Nell'era digitale, le tecnologie avanzate e la connettività hanno rivoluzionato il modo in cui lavoriamo e viviamo, offrendo nuove opportunità per raggiungere un migliore equilibrio tra le responsabilità professionali e la vita personale.
La digitalizzazione ha introdotto una vasta gamma di strumenti di comunicazione e collaborazione che rendono il lavoro a distanza più efficiente e praticabile. Piattaforme come Zoom, Slack, e Microsoft Teams permettono ai team di rimanere connessi e collaborare in tempo reale, indipendentemente dalla loro posizione fisica. Questo aspetto è particolarmente importante per i lavoratori che hanno famiglie o impegni personali, poiché possono ridurre o eliminare il tempo di pendolarismo, guadagnando ore preziose da dedicare ad altre attività.
Le tecnologie mobili, come smartphone e tablet, insieme alla crescente disponibilità di connessioni Internet ad alta velocità, hanno reso il lavoro da qualsiasi luogo una realtà concreta. Questa flessibilità significa che i dipendenti possono gestire il lavoro in modo che si adatti meglio ai loro orari personali, facilitando l'equilibrio tra le scadenze lavorative e gli impegni personali, come la cura dei figli o la gestione degli appuntamenti.
Gli strumenti digitali offrono anche soluzioni per l'automazione di compiti ripetitivi e amministrativi, liberando tempo prezioso che può essere impiegato in attività più gratificanti sia sul lavoro che nella vita personale. Software di project management, strumenti di pianificazione automatica e sistemi di intelligenza artificiale aiutano a ottimizzare i processi lavorativi, riducendo il carico di lavoro e lo stress.
Le nuove tecnologie offrono anche strumenti dedicati al benessere personale. App per la meditazione, l'esercizio fisico, e il monitoraggio del sonno sono facilmente accessibili e possono aiutare i dipendenti a mantenere uno stile di vita sano e a gestire lo stress. Questi strumenti possono contribuire a creare una routine quotidiana equilibrata, integrando momenti di relax e attività fisica nella giornata lavorativa.
Le aziende giocano un ruolo cruciale nel facilitare questo bilanciamento. Possono adottare diverse iniziative, come:
Orari di lavoro flessibili: Gli orari di lavoro flessibili rappresentano una delle iniziative più efficaci che le aziende possono adottare per favorire un bilanciamento tra lavoro e vita privata. Questa politica permette ai dipendenti di adattare i loro orari lavorativi in base alle esigenze personali, promuovendo un ambiente lavorativo più umano e rispettoso delle diverse realtà individuali.
Politiche di lavoro da remoto: Il lavoro da remoto è un'altra strategia cruciale per supportare l'equilibrio vita-lavoro. Specialmente dopo la pandemia di COVID-19, molte aziende hanno scoperto i benefici del telelavoro.
Programmi di supporto al benessere: I programmi di supporto al benessere si concentrano sul miglioramento della salute mentale e fisica dei dipendenti, aspetto fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio vita-lavoro.
Degli effetti sulle persone abbiamo già parlato, ma di quali vantaggi godono le aziende i cui dipendenti riescono ad avere un corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata?
Il legame tra l'equilibrio vita-lavoro e l'aumento della produttività è stato oggetto di numerosi studi. Lavoratori che riescono a bilanciare efficacemente impegni professionali e personali tendono a essere più motivati e concentrati quando sono al lavoro. Questo perché un buon equilibrio consente loro di riposarsi adeguatamente, riducendo il rischio di esaurimento e permettendo di affrontare le sfide lavorative con maggiore energia. Inoltre, la sensazione di essere supportati dall'azienda in termini di flessibilità e benessere contribuisce a un aumento del senso di fedeltà e impegno nei confronti dell'organizzazione. Secondo alcuni report, le aziende che promuovono pratiche di bilanciamento vita-lavoro possono sperimentare un aumento della produttività fino al 21% (Corporate Executive Board).
L'assenteismo, spesso legato a problemi di salute fisica e mentale dovuti a stress e sovraccarico di lavoro, rappresenta un costo significativo per le aziende. Un buon equilibrio vita-lavoro può ridurre notevolmente questi problemi. I lavoratori che dispongono di tempo sufficiente per il recupero e la gestione dello stress tendono a essere meno inclini a malattie e burnout. Ciò si traduce in una riduzione delle assenze per motivi di salute. Secondo alcune ricerche, le politiche di bilanciamento vita-lavoro possono portare a una diminuzione dell'assenteismo fino al 27% (International Journal of Health & Productivity), rappresentando un vantaggio non solo per i dipendenti ma anche per l'efficienza operativa dell'azienda.
Un aspetto spesso sottovalutato ma di fondamentale importanza è l'impatto di queste politiche sul clima aziendale. Un ambiente di lavoro che rispetta e supporta l'equilibrio vita-lavoro dei dipendenti tende a essere caratterizzato da un maggiore senso di soddisfazione e appartenenza. I lavoratori si sentono valorizzati e compresi, il che stimola un maggiore impegno e fedeltà nei confronti dell'organizzazione. Questo clima positivo si riflette non solo nell'atmosfera quotidiana ma anche nei risultati a lungo termine, come la riduzione del turnover e l'attrazione di talenti di alto livello.
Il bilanciamento tra lavoro e vita privata è più che una semplice aspirazione: è una necessità per una vita sana e soddisfacente, in grado di portare effetti benefici agli individui e alle aziende. Ispirandoci alla copertina del New Yorker da cui siamo partiti, possiamo concludere che un migliore bilanciamento oggi è possibile, grazie alle nuove tecnologie e a una rinnovata sensibilità su questo tema sia da parte delle aziende che dei lavoratori, sempre più consapevoli del valore del loro tempo.
L'Open Innovation è una filosofia aziendale che ha assunto un ruolo centrale nell'evoluzione delle strategie di innovazione. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa significa, concentrandoci sul suo ruolo fondamentale nel rompere le barriere tradizionali dell'innovazione e nell'aprire le porte a una vasta rete di contributi esterni.
L'Open Innovation va oltre il concetto di innovazione chiusa, che tradizionalmente si basa sullo sviluppo interno delle idee aziendali. Al contrario, l'Open Innovation si basa sulla premessa che le aziende possono trarre beneficio da fonti esterne, incorporando idee, competenze e risorse provenienti da diverse fonti. Questo approccio implica una collaborazione attiva con partner esterni, come università, start-up, e altre aziende, per sfruttare la diversità di prospettive e competenze.
L'essenza dell'Open Innovation risiede nella consapevolezza che nessuna organizzazione, indipendentemente dalle sue dimensioni o competenze, può avere il monopolio di tutte le conoscenze rilevanti. Invece di limitarsi a risorse e idee interne, l'azienda abbraccia la mentalità aperta, consentendo l'accesso a una vasta gamma di competenze e risorse esterne.
Fonte di Idee: L'azienda può attingere a idee innovative provenienti da una vasta rete di collaboratori esterni.
Riduzione dei Costi Ricerca e Sviluppo: La condivisione delle risorse può portare a una significativa riduzione dei costi di ricerca e sviluppo.
Accelerazione del Time-to-Market: L'adozione di soluzioni esterne può accelerare il processo di sviluppo e commercializzazione.
In Italia, l'approccio dell'Open Innovation ha assunto particolare rilevanza tra le PMI. Queste imprese stanno sempre più collaborando con start-up e centri di ricerca per superare le sfide e accedere a nuove opportunità di mercato. La flessibilità delle PMI si presta particolarmente bene a questo approccio, consentendo ad esse di adattarsi rapidamente alle dinamiche del mercato.
A livello europeo, progetti come l'Horizon 2020 hanno catalizzato la collaborazione tra imprese, istituzioni accademiche e enti di ricerca. Questa iniziativa ha favorito lo sviluppo di soluzioni innovative in settori chiave come l'energia sostenibile, la salute e la tecnologia avanzata.
L'Open Innovation si erge come un motore cruciale per l'innovazione aziendale, promuovendo la condivisione delle idee e la collaborazione transfrontaliera. L'apertura all'innovazione esterna non è solo una scelta strategica, ma una necessità per le imprese che vogliono prosperare in un contesto di rapida evoluzione. I casi d'uso illustrati in questo articolo dimostrano chiaramente che l'Open Innovation non è solo una teoria, ma una pratica di successo che sta trasformando concretamente le aziende, migliorando la competitività e creando valore duraturo. Investire nell'Open Innovation non è solo un investimento nel futuro, ma un passo fondamentale per costruire un presente più innovativo e sostenibile.
Il Design Thinking ha rivoluzionato l'approccio all'innovazione. Questo articolo esplora la sua storia, principi fondamentali e applicazioni aziendali, mostrando come sia diventato un driver chiave per il successo imprenditoriale.
Nato negli anni '60 a Stanford, il Design Thinking è emerso come risposta alla necessità di affrontare problemi complessi con soluzioni innovative. La sua evoluzione nel tempo ha influenzato diverse discipline, da un approccio centrato sul design a una filosofia che pone l'utente al centro del processo creativo.
Il Design Thinking è stato plasmato da menti creative di rilievo:
Il Design Thinking offre vantaggi tangibili nelle dinamiche aziendali:
Il Design Thinking si traduce con successo in risultati concreti in diverse aziende:
Il Design Thinking è un motore di innovazione che va oltre la risoluzione di problemi. La sua storia, guidata da menti brillanti, e le sue applicazioni aziendali dimostrano che non è solo un approccio, ma una filosofia che trasforma le sfide in opportunità. Nell'era dell'innovazione, abbracciare il Design Thinking non è solo una scelta, ma un imperativo per aziende orientate al successo.
L'avvento del Cloud Computing ha trascinato le imprese in un'epoca di profonde trasformazioni. L'innovazione aziendale ha trovato un fulcro senza precedenti nella flessibilità, nell'accessibilità e nella potenza del Cloud. In questo articolo esploreremo in dettaglio come questa tecnologia stia ridefinendo non solo l'infrastruttura IT, ma l'intero modus operandi delle aziende moderne.
Il Cloud Computing è più di una semplice tecnologia; è un ecosistema dinamico che rivoluziona il modo in cui le aziende concepiscono e utilizzano le risorse informatiche. Va al di là dell'archiviazione e della gestione dei dati, offrendo un paradigma flessibile e scalabile. Dai modelli di servizio come SaaS, PaaS e IaaS alla virtualizzazione, questo capitolo esplora i pilastri fondamentali del Cloud e il suo impatto sulle strategie aziendali.
Vantaggi per le Aziende:
Criticità:
La trasformazione del Cloud non si limita alla semplice ottimizzazione delle operazioni. Essa si estende al cuore stesso dell'innovazione aziendale. Questo capitolo esaminerà come il Cloud, con la sua flessibilità e agilità, sia diventato un catalizzatore dell'innovazione, consentendo alle imprese non solo di competere, ma di guidare il cambiamento in un panorama sempre più digitale e competitivo.
Vantaggi per le Aziende:
Criticità:
L'integrazione del Cloud richiede molto più di una mera migrazione dei dati e dei processi. Questo capitolo si concentrerà sulle strategie chiave per un'adozione riuscita del Cloud all'interno delle aziende. Dalla valutazione dell'infrastruttura esistente alla gestione del cambiamento culturale, esploreremo le best practices e le sfide comuni incontrate durante il processo di implementazione.
Vantaggi per le Aziende:
Criticità:
Il Cloud Computing si rivela essere molto più di una semplice soluzione tecnologica; è un motore di trasformazione aziendale. La sua adozione intelligente non solo ottimizza le operazioni quotidiane, ma alimenta l'innovazione e prepara il terreno per un futuro imprenditoriale più audace e competitivo. Questa rivoluzione sta ridefinendo il panorama aziendale, aprendo nuovi orizzonti e portando l'innovazione ad un livello senza precedenti.
Lo sviluppo software ha subito una trasformazione epocale con l'avvento di metodologie come Agile e Scrum. In questo articolo esploreremo in profondità il presente e il futuro dello sviluppo software, evidenziando il loro impatto sulle aziende e le prospettive evolutive.
Agile e Scrum rappresentano filosofie di sviluppo software fondamentali. Agile, con il suo approccio iterativo e incrementale, mira a rispondere rapidamente ai cambiamenti e a massimizzare il valore per il cliente. Nel contempo, Scrum fornisce un framework strutturato, con ruoli ben definiti, eventi chiave come Sprint, Daily Scrum e artefatti come il Product Backlog e lo Sprint Backlog.
Vantaggi per le Aziende:
Criticità:
L'implementazione di Agile e Scrum si traduce in diversi vantaggi aziendali. Queste metodologie ottimizzano la flessibilità, consentendo alle aziende di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Inoltre, migliorano la comunicazione e la collaborazione tra i membri del team, incoraggiando la trasparenza e la responsabilità collettiva. Le applicazioni pratiche di Agile e Scrum si estendono oltre lo sviluppo software, trovando spazio anche nel marketing, nella gestione dei progetti e nelle operazioni aziendali.
Vantaggi per le Aziende:
Criticità:
Nonostante i benefici, l'adozione di Agile e Scrum può essere impegnativa. Le principali sfide includono la necessità di un cambiamento culturale profondo all'interno dell'azienda, la gestione delle aspettative degli stakeholder e la resistenza al cambiamento da parte di alcuni membri del team. Inoltre, la transizione verso metodologie Agile richiede un periodo di adattamento e apprendimento che potrebbe rallentare temporaneamente la produttività.
Vantaggi per le Aziende:
Criticità:
Agile e Scrum rappresentano un pilastro fondamentale nella trasformazione dello sviluppo software e aziendale. La loro implementazione ha dimostrato di ottimizzare i processi, migliorare la collaborazione e aumentare la flessibilità aziendale. Guardando al futuro, queste metodologie continueranno a giocare un ruolo cruciale nell'evoluzione del modo in cui le aziende sviluppano software e affrontano i cambiamenti del mercato.
Nel 2022 il mercato della Connected Car & Mobility ha raggiunto, in Italia, un valore di 2,5 miliardi di euro, +16% rispetto al 2021, secondo una ricerca dell'Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano.
La domanda di ADAS in Europa è stata stimolata dalle disposizioni di legge europee, che hanno reso obbligatori questi dispositivi nei nuovi veicoli a partire dal 2022. Le auto connesse sono ad oggi un canale per servizi innovativi e funzionalità sbloccabili a pagamento, come l'estensione della durata della batteria di un'auto elettrica.
Le auto connesse offrono numerosi benefici, come il monitoraggio delle flotte, la guida responsabile e la manutenzione programmata. I progetti di Smart Road, come quello dell'ANAS, migliorano l'efficienza delle strade, dall'elettrificazione alla guida assistita.
Le black box, o telematics boxes, sono dispositivi che registrano dati sulla guida e incidenti, facilitando il recupero e fornendo informazioni sullo stile di guida. Le compagnie assicurative le utilizzano per calcolare premi più precisi, basati sulle informazioni riguardanti la sicurezza del veicolo.
Le soluzioni più diffuse sono oggi i box Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (10 milioni, +4% rispetto al 2021), ma la crescita è guidata principalmente da auto nativamente connesse tramite sim (4,3 milioni, +21%). Sono inoltre sempre di più le aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dai veicoli: i servizi in quest’ambito raggiungono quota 480 milioni di euro, +20% rispetto al 2021.
In conclusione, l'evoluzione della mobilità connessa e l'utilizzo delle black box stanno trasformando il mercato assicurativo. Grazie ai dati raccolti e alle tecnologie avanzate, le compagnie assicurative possono offrire polizze personalizzate e premi più precisi basati sullo stile di guida e sulla sicurezza del veicolo. Le auto connesse non solo migliorano la sicurezza stradale, ma anche la gestione delle flotte e la manutenzione programmata. Con soluzioni innovative come quelle offerte da Frontiere, la mobilità connessa apre nuove opportunità per assicuratori, consumatori e gestori delle flotte, ridefinendo il futuro della mobilità.
Frontiere offre soluzioni per la mobilità connessa, incluso il servizio Pay Per Mile, che analizza i dati dei tragitti e genera polizze personalizzate.