Da qualche anno contribuisco a sviluppare soluzioni in ambito AI avvalendomi della competenza di un ristretto e preparato gruppo di colleghi e di un Think Tank, con il quale mi piace condividere i dubbi e le perplessità che maturo addentrandomi in questo ambito tecnologico. Negli ultimi tempi le mie riflessioni sono accompagnate da una sensazione di incompiutezza che stamattina sono riuscito a mettere a fuoco dopo essermi imbattuto nell’opera di Robert Silvers intitolata “Barack Obama, 2009”.
In questo fotomosaico su alluminio che possiamo apprezzare nel dettaglio cliccando qui, l’artista raffigura l’ex presidente USA attraverso una tecnica con la quale, come in un mosaico, tante piccole foto sono combinate per dare vita ad un’unica grande immagine. L’opera di Silvers raffigura la visione che l’artista ha di Barack Obama attraverso le pagine sulle quali sono riportati gli articoli che parlano di lui e della sua presidenza. La caratteristica sostanziale della tecnica del fotomosaico è data dal fatto che, a differenza del mosaico, ogni tessera è un'immagine a sé stante. Ciò crea un effetto affascinante che si sviluppa su due livelli e che impone all’osservatore di porsi su differenti piani di osservazione tutti indispensabili per la comprensione di quanto è rappresentato. Ciò si ribalta nell’opera di Silvers nella possibilità data all’osservatore di costruirsi una propria immagine del personaggio Obama leggendo ogni singolo articolo oppure guardare l’immagine complessiva che emerge dall’insieme grafico di tutti gli articoli e rappresenta l’immagine soggettiva che l’artista si è costruito sul personaggio attraverso tali articoli.
Come nel fotomosaico di Silvers, anche nell’universo AI ho la sensazione che le singole componenti tecnologiche siano solo singole immagini di una tecnologia più ampia e complessa che vada vista da una differente prospettiva utile a farci comprendere cosa sia realmente una AI.
Fonte articolo: Linkedin Article di Vincenzo Gioia