Mobilità Sostenibile e Manutenzione Predittiva: i progetti del Gruppo FS

I mutamenti socio-economici in atto impongono scelte di mobilità innovative e coraggiose nelle abitudini quotidiane, da cui possono derivare notevoli miglioramenti dal punto di vista ambientale oltre che in termini di sicurezza e riduzione del traffico.

Il settore dei trasporti è responsabile in Europa del 25% delle emissioni di gas serra, come è emerso dal "Transport and Environment Report” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente. Al primo posto, come facilmente intuibile, troviamo il traffico su strada, seguito da quello marittimo e poi da quello aereo. Il trasporto ferroviario è invece il più sostenibile in assoluto, poiché produce solo lo 0,4% di emissioni. 

La Sostenibilità del Trasporto Ferroviario e lo Shift Modale

Nel Rapporto di Sostenibilità del Gruppo FS si legge che “complessivamente, il beneficio della mobilità sostenibile attraverso l’utilizzo dei mezzi di trasporto collettivi del Gruppo FS è stato stimato sia per il trasporto passeggeri su ferro e su gomma, sia per il trasporto merci su ferro a circa 4,8 milioni di tonnellate di CO2e risparmiate”. Basti pensare che un viaggiatore per andare da Roma e Milano produce 25Kg di CO2 viaggiando in treno, 67,5 Kg di CO2 in macchina e 117,3 Kg di CO2 prendendo l’aereo: “complessivamente, il beneficio della mobilità sostenibile attraverso l’utilizzo dei mezzi di trasporto collettivi del Gruppo FS è stato stimato sia per il trasporto passeggeri su ferro e su gomma, sia per il trasporto merci su ferro a circa 4,8 milioni di tonnellate di CO2e risparmiate”.

Per questo il tema della sostenibilità è al centro dell’ultimo Piano Industriale 2022-31 del Gruppo FS, che da un lato incoraggia il cosiddetto shift modale, cioè un cambiamento nelle abitudini di spostamento di persone e merci, e dall’altro punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040, con 10 anni di anticipo rispetto all’obiettivo fissato dall’UE.

Anche il trasporto ferroviario deve fare i conti con la questione aperta delle emissioni che derivano dalla produzione dell’energia elettrica necessaria a far muovere i treni e gestire le stazioni e la rete ferroviaria: per questo le Ferrovie dello Stato hanno varato un piano di autoproduzione di energia da oltre 1,6 miliardi di euro.

L’obiettivo è quello di produrre circa 2,6 TWh di energia, che garantirebbe a ridurre le emissioni di CO2 di circa 800.000 tonnellate. Una mossa decisa per la decarbonizzazione dei trasporti: l’energia rinnovabile e pulita arriverà da veri e propri campi fotovoltaici posizionati sui tetti delle stazioni e degli altri edifici del Gruppo FS e per questo si avvierà un capillare monitoraggio dell’intero patrimonio immobiliare per individuare zone ed edifici da utilizzare a questo scopo.

Un progetto ambizioso e dal potenziale enorme, ma non è l’unico.

Circular Economy e Sostenibilità aziendale

Ricordiamo anche Cantieri Sostenibili, che interessa la linea dell’alta velocità che si realizzerà tra Napoli e Bari. Questa Infrastruttura è la prima opera certificata con il Protocollo Envision in Europa e ha conseguito il livello Platinum, il massimo livello raggiungibile. Una particolare attenzione è stata posta nella gestione dei materiali da scavo che prevede un riutilizzo superiore al 96% delle terre scavate, in piena ottica di circular economy. Nei cantieri del Passante di Firenze questi materiali di scavo vengono trasportati proprio via treno, con un notevole risparmio in termini di inquinamento e congestione del traffico stradale.

La sfida della Digitalizzazione: la manutenzione predittiva

La mobilità moderna non è solo mobilità. Richiede un’integrazione molto avanzata anche con i temi della connettività e della digitalizzazione, temi sui quali il Gruppo FS è molto avanti.

Proprio la digitalizzazione gioca un ruolo cruciale nel rendere efficace la manutenzione predittiva che nel settore dei trasporti sta scalzando quella “reattiva” che crea costi enormi in termini di tempo e disagi. Seguendo la manutenzione reattiva un certo componente viene cambiato quando si rompe, con conseguente guasto, ritardo e disagi per i passeggeri, spese non preventivabili e spesso sostenute, dovendo intervenire in emergenza. Per non parlare del pericolo e delle possibili conseguenze sulle persone.

Su cosa si basa invece la manutenzione predittiva? Sulla raccolta, l’analisi e l’elaborazione di dati: tutto viene monitorato, dalla rete alle strutture di supporto, fino al materiale rotabile che diventa così molto più sicuro. Il gruppo FS ha schierato le sue due principali realtà: Trenitalia, che si occupa della gestione e l’efficienza della flotta e RFI che ha la responsabilità di gestire la rete ferroviaria. Con questo cambio di paradigma si afferma una nuova metodologia che si pone l’obiettivo di prevenire i guasti e di migliorare l’efficienza delle attività di manutenzione, proprio attraverso la raccolta e l’analisi dei dati.

Usura, temperature e vibrazioni sono tra gli aspetti più importanti da monitorare, dato che se questi parametri sono fuori controllo il ciclo di vita delle componenti interessate si accorcia di molto. Naturalmente alla fondamentale acquisizione dei dati con migliaia di sensori presenti sui mezzi e sulle strutture si affianca poi la loro analisi e il loro trattamento, attività sulle quali anche il personale deve essere costantemente aggiornato. 

Un esempio di questo approccio è il DMMS di Trenitalia (Dynamic Maintenance Management System) in funzione da qualche anno che consente di monitorare in tempo reale tutta la flotta di treni regionali, Intercity e delle Frecce: ogni treno invia 5.000 informazioni al minuto.

Un livello dettagliatissimo di analisi continuativa, che nessun essere umano potrebbe portare avanti con la stessa efficacia.

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Marco D'Ambrosio
28/09/2023
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